Il salto nei grandi Daniele Galloppa lo aveva tentato proprio quest’estate, quando ha a lungo flirtato con il Rimini prima di decidere di restare a Firenze alla guida della Primavera viola (rifiutando peraltro una richiesta dell’Under-20 della Roma). Eppure mai il tecnico classe ’85 avrebbe immaginato che la grande chance sarebbe arrivata al comando della prima squadra.
I risultati degli ultimi anni in riva all’Arno, del resto, parlano per lui: playoff scudetto sempre centrati prima alla guida dell’Under 16 (categoria con cui ha iniziato nel 2020) e poi per due anni di fila con la 17 (dove ha valorizzato il talento di Comuzzo, uno dei giocatori a cui il mister è più legato) e infine, da quando nel 2023 è stato promosso in Primavera, vittoria della Coppa Italia al primo colpo e l’anno successivo finale scudetto persa contro l’Inter.
Amante della musica e della chitarra (De André è il suo cantautore preferito), della cucina emiliana, terra in cui è cresciuto da calciatore (va matto per il lambrusco) e delle letture filosofiche, Galloppa è definito in seno alla Fiorentina un giovane-vecchio: un grande motivatore capace però anche di avere intuizioni sorprendenti, come i suoi modelli Spalletti e Giampaolo. Un esempio? Comuzzo è diventato centrale grazie a lui (prima era un mediano) mentre oggi in Primavera – con cui ha alternato il 3-4-2-1 al 4-2-3-1 – il play Bonanno è stato reinventato difensore e l’esterno Evangelista terzino.
Il risultato? Secondo posto in classifica a -1 dalla vetta. Oggi avrebbe dovuto guidare la Primavera nella difficile impresa di superare il turno di Youth League con il Legia Varsavia (l’Under-20 dovrà ribaltare il 4-1 di due settimane fa) ma il compito è stato demandato al mister dell’Under-18 Capparella. Un occhio ai suoi, c’è da scommetterci, Galloppa dalla Germania proverà comunque a darlo. Lo scrive La Nazione.
