
Dopo tre 0-0 consecutivi, di fronte ai quali Italiano fino a qualche tempo fa sarebbe rabbrividito, la Fiorentina riprende il suo cammino da squadra consapevole. Di cosa? Principalmente di essere sempre più solida e attrezzata, come si è visto contro il Napoli: l’ultimo 0-0 è stato di grande qualità e promettente per il modo in cui è arrivato, quello precedente più sofferto a Enschede ma è valso la qualificazione ai gironi di Conference; è stato semmai il primo contro l’Empoli a lasciare molti rimpianti perché la Fiorentina non è riuscita a chiudere il match in 11 contro 9, restando troppo orizzontale e perdendo troppi duelli sulle fasce. Ma da allora la Fiorentina sembra aver cominciato un’evoluzione salutare verso la capacità di gestire la partita, riuscendo a limitare la propria vocazione ad aggredire giocando a ritmi alti (perdendo poi forza e lucidità).
Più fasi da affrontare, più versioni della Fiorentina in grado di riuscirci. Ecco perché la riprova in trasferta di oggi riparte dalla forza degli 0-0 – segnale di una nuova maturità – insieme alla consapevolezza che in attacco bisognerà fare meglio. Sono 328 i minuti senza gol, cioè da quando Cabral ha segnato la seconda rete contro il Twente al Franchi nell’andata dei playoff di Conference. Da allora poca lucidità a Empoli, troppi errori davanti al portiere a Enschede e determinazione sottoporta limitata contro il Napoli, nonostante la gran partita del collettivo.
E non a caso gli unici insufficienti sono stati Ikoné e Jovic, oggi teoricamente destinati alla pacnhina a beneficio di Kouame e Cabral nella grandu rumba dell’alternanza. La Fiorentina è entrata nel frullatore delle partite (ne giocherà 18 nei prossimi 75 giorni) e anche a livello fisico il tentativo è quello di prevenire gli infortuni più seri gestendo gli affaticamenti muscolari, o qualcosa di più. E’ il caso di Bonaventura e Duncan, che non sono stati convocati per la partita di oggi contro l’Udinese, mentre la questione che riguarda Gonzalez deve essere probabilmente considerata a parte: l’esterno argentino in campionato ha giocato solo 4 minuti contro la Cremonese e 14 contro l’Empoli, mentre in Europa League è stato più presente (86 minuti nella prima partita, 14 nella seconda). Si tratta comunque di una gestione fisica complessa e la mancata convocazione di oggi la conferma. Lo scrive La Nazione.