Nel buio di una Fiorentina smarrita, sabato al Franchi si è accesa una piccola luce: Hans Nicolussi Caviglia. Entrato negli ultimi 26 minuti contro il Napoli, il centrocampista ha toccato 29 palloni, chiudendo con un 96% di precisione nei passaggi. Numeri che raccontano da soli la sua capacità di prendersi immediatamente la scena, ma ancora più eloquente è stata la sua attitudine: la costante richiesta del pallone, la voglia di guidare la manovra, la naturalezza con cui ha provato a imporre ordine in una squadra che da settimane fatica a trovarne.
Nicolussi ha messo in mostra personalità e carattere, qualità che difficilmente si insegnano e che, oggi, appaiono rare nel centrocampo viola. Non è un interdittore, non è una mezzala d’inserimento, non è nemmeno un trequartista mascherato: è un play vero, ruolo che in questa Fiorentina manca(va) del tutto. Uno snodo centrale capace di dare tempi, geometrie e un minimo di respiro a un collettivo che tatticamente vive un periodo di confusione e squilibrio.
Il suo impiego, magari già domenica prossima con il Como, potrebbe avere una ricaduta importante sugli equilibri complessivi: con Nicolussi in cabina di regia, Fagioli avrebbe finalmente la possibilità di tornare nel ruolo a lui più congeniale, quello di mezzala. Una mattonella dove l’ex Juve sa esprimersi meglio. In un momento in cui la Fiorentina cerca disperatamente una bussola, la personalità di Nicolussi Caviglia sembra offrire la rotta più credibile. Lo scrive La Nazione.