L’allievo e il maestro. Nella notte di San Siro. Basta solo questo per immaginare una di quelle sfide impari, insite nel dna della Fiorentina e per questo particolarmente affascinanti. Perché oggi Hans Nicolussi Caviglia e Luka Modric non si possono paragonare. Né per storia e nemmeno per presente. Eppure il duello che andrà in scena alla Scala del Calcio sarà uno dei motivi di interesse. Per i tifosi e anche per gli allenatori. Stefano Pioli ha avuto una settimana intera per pensare a come arginare il talento e la classe del centrocampista croato. In certi momenti la carta d’identità non conta, perché Modric ha già dimostrato nelle prime giornate di essere il cervello e l’anima del Milan. Tanto basta ad Allegri per metterlo al centro del villaggio. E tanto basta a Pioli per ritenerlo il pericolo numero uno.
Nessuna gabbia. Ci mancherebbe altro. Anche perché prepararla prima di andare a giocare col Milan non porta granché bene. Chiedere per conferma a Piangerelli, schierato a uomo su Kakà dal compianto Sergio Buso. Finì malissimo. Il calcio moderno non lo prevede, anche se Pioli potrebbe intasare la propria trequarti e dare a qualcuno il compito di disturbare tempi e giocate del croato. Questo sì, si può fare. Niente di particolarmente nuovo. Perché poi certi giocatori lo spazio se lo trovano altrove con il passare dei minuti. Ma provare a limitarlo si potrà. E soprattutto si dovrà se l’idea è quella di uscire con dei punti dallo stadio e riscattare un avvio complicato.
Dall’altra parte della mediana ci sarà il giovane Hans. Per gli specialisti del ruolo si troverà di fronte un mostro sacro. Di quelli a cui chiedere la maglia a fine partita prima di scattarsi un selfie ricordo. Calciatori che, di contro, ti stimolano inconsciamente a dare di più. Perché sei a San Siro. Giochi contro Modric. E hai tutto l’interesse per far vedere al mondo intero il tuo valore.
La partita di Nicolussi Caviglia è racchiusa qui. Reduce dalla prima convocazione in Nazionale (si mormora che piaccia particolarmente a Gattuso, dunque non dovrebbe essere l’ultima nonostante le due tribune di fila), il regista gigliato è chiamato al salto di qualità. Fin qui qualche compitino e poco altro, adesso Pioli ha bisogno che prenda in mano la Fiorentina. Geometrie e idee, oltre a far girare velocemente la palla sul corto.
C’è bisogno di crescere in fretta lì a centrocampo, cartina tornasole di tutta la squadra. Perché è vero che servono i gol degli attaccanti e le parate di De Gea. Ma è in mezzo al campo che si vincono le partite. E Luka Modric, nel corso della sua stellare carriera, ha insegnato proprio questo. Hans non può che prendere appunti. Lo scrive La Nazione.