È ancora presto, forse, per capire a quale categoria di «generali» appartenga Raffaele Palladino. Se cioè a quelli fortunati, i preferiti di Napoleone, oppure a quelli bravi. Sta di fatto che è ormai sotto gli occhi di tutti come la mano dell’allenatore della Fiorentina sia sempre più evidente nella gestione della rosa e questa in particolare, emerge proprio nelle partite in cui la squadra è solita andare sotto nel punteggio: una sorta di pungolo che però si rivela utile di norma per svegliare Biraghi e soci dal torpore.
Con quella di giovedì a San Gallo sono salite a cinque le gare stagionali in cui la Fiorentina è andata in svantaggio per prima e in tutti i casi (le altre sfide sono quelle con Parma, Puskas Akademia all’andata, Monza e Lazio) al 90′ i viola sono sempre riusciti a evitare il ko. Merito delle alchimie del proprio allenatore, ribattezzato «l’aggiustatutto» per il modo in cui nel corso dell’intervallo riesce a cambiare l’inerzia dei match che sembrano ormai persi. E a conferma della cura con cui Palladino prepara le gare, le telecamere di Sky giovedì hanno «pizzicato» il mister che, a pochi istanti dall’inizio della ripresa e con la Viola sotto 1-0, era intento a consultare un foglio vergato prima dell’inizio della partita con la scritta «2° tempo se si perde» e una serie di sostituzioni già previste: tra questi Comuzzo (entrato al 46′), Cataldi e Beltran (in campo dal 63′).
Il risultato? Quattro gol al San Gallo e secondo successo di fila in Conference. La domanda, dunque, sorge spontanea: ma cosa avviene nello spogliatoio della Fiorentina durante quel preziosissimo quarto d’ora chiamato «intervallo»? A questo quesito ha risposto Palladino: «Nei primi 5′ analizziamo gli errori commessi, nei secondi cinque valutiamo con la squadra quello che possiamo fare e poi negli ultimi sviluppiamo le novità». Una sorta di 5-5-5 rivisitato che, ai cinefili più appassionati, ha riportato alla mente la bizona di Lino Banfi, che nelle vesti dell’allenatore nel pallone (l’Oronzo Canà della Longobarda) interpretava questo insolito schema per sorprendere gli avversari: «La bizona può ancora funzionare, se fatta col sorriso» ha raccontato l’attore a Radio FirenzeViola: «Il mister deve essere amico dei giocatori, andare a mangiarci la pizza davanti a una bottiglia di vino. La mia Roma? A Firenze saranno chez…». La sensazione, almeno per Palladino, è che l’alchimia sia già stata trovata. Lo scrive La Nazione.