«E adesso?» Dev’essere stata più o meno questa la reazione della Fiorentina quando l’entourage di Palladino ha chiamato i dirigenti con l’intento di comunicare le dimissioni del tecnico. Una scelta irrevocabile (nonostante la società abbia provato a far desistere il mister dal suo intento) che ha inevitabilmente inserito il club di Commisso all’interno di quella larga fetta di squadre (almeno sei tra le prime otto dell’ultimo campionato) che sono in cerca di una nuova guida in panchina. Ecco perché l’area tecnica – che si troverà da qui ai prossimi giorni a sondare piste già vagliate da altre realtà – ha iniziato subito i primi sondaggi per individuare il prima possibile un sostituto di Palladino. Una figura che sarà in ogni caso italiana e già avvezza alla Serie A, visto che l’intento della Fiorentina resta quello di migliorare l’annata appena conclusa.
Tre i nomi attualmente più avanti degli altri nella variegata lista che il ds Pradè e il dt Goretti sottoporranno all’attenzione di Commisso: Marco Baroni, Alberto Gilardino e Daniele De Rossi. Il primo, in uscita dalla Lazio con cui è legato con un contratto fino al 2026 nonostante stia valutando la risoluzione, piace per la sua fiorentinità e per il fatto che, nella Capitale, ha saputo trasmettere una forte identità alla sua squadra. Gilardino, amico di Pradè, intriga per la solidità con cui ha saputo far esprimere il Genoa (con cui è legato ancora per un anno) e, soprattutto, per il modo in cui ha permesso a Gudmundsson di affermarsi nel calcio italiano mentre DDR – la primissima idea la scorsa estate dopo l’addio di Italiano, salvo poi rinnovare con la Roma fino al 2027 – sarebbe un’opzione di carattere ma costosa, dato l’alto ingaggio con cui ancora è a libro paga dei giallorossi (2,5 milioni, il doppio di Palladino).
Ma sullo sfondo restano anche altre candidature, se pur più distanti: Alberto Aquilani (i cui rapporti con Pradè tuttavia non sono idilliaci), Paolo Vanoli (in uscita dal Torino), Stefano Pioli (che però ha ancora un anno di contratto con l’Al-Nassr a 12 milioni l’anno!) e il sogno Maurizio Sarri, mai del tutto gradito a Commisso (specie quando operava Barone) ma soprattutto vicino al ritorno alla Lazio. Lo scrive La Nazione.