La Fiorentina sta scivolando in un caos che non è più solo tecnico ma anche societario. Le crepe che si vedono in campo non sono altro che il riflesso di una struttura dirigenziale in difficoltà, priva di una guida e incapace di mantenere la rotta nel momento di tempesta. L’assenza del presidente Commisso – lontano da Firenze da aprile per problemi di salute – pesa come un macigno su un club che si ritrova senza una figura capace di dettare la linea e assumersi la responsabilità delle decisioni cruciali.
Nel vuoto ai piani alti emerge per contrasto il ds Roberto Goretti, oggi l’unica figura di calcio all’interno della società: è toccato a lui presentarsi nella sala stampa del Mapei per provare a dare un volto credibile alla Fiorentina, pur ammettendo la difficoltà di interpretare una situazione che sfugge di mano anche a chi ha esperienza. Non va meglio al dg Ferrari, protagonista nelle ultime settimane di dichiarazioni ottimistiche rivelatesi poi fuori luogo: solo sette giorni fa parlava di «bella atmosfera» in squadra e di una soluzione «a un passo», salvo poi assistere alla debacle col Sassuolo. Leggerezze comunicative (per lui che da quell’ambito viene) che evidenziano quanto il suo ingresso recente nel mondo del calcio pesi nei momenti più delicati. In questo scenario, torna così a galla il problema irrisolto della Fiorentina: la mancanza di una figura forte e capace di rappresentare una proprietà ricca ma distante e di affrontare con lucidità gli squilibri che stanno trascinando il club nel baratro. Lo scrive La Nazione.
