Il ritorno bis a San Siro nel giro di dieci giorni per Stefano Pioli non ha nemmeno il gusto dolce dei tempi che furono. Se su sponda rossonera i ricordi sono zucchero, su quella nerazzurra non si può dire altrettanto. Una stagione alla guida dell’Inter, nemmeno intera. Dal novembre 2016 al maggio del 2017. L’esonero tagliò definitivamente i ponti. Stasera tornerà da avversario. Uno come tanti, in cerca di fortuna per rinverdire il presente. Perché questo conta. Oggi di quel che è stato interessa niente. La Fiorentina ha un bisogno tremendo di fare punti. Non solo per cercare la prima vittoria in campionato, ma a questo punto anche per muovere la classifica.
Intorno al tecnico gigliato si è parlato a lungo anche in ottica di un ipotetico e clamoroso esonero. Sgombriamo il campo da equivoci: non c’è alcuna notizia che porti in questa direzione. La società ha rinnovato la fiducia nel proprio tecnico. Anzi, contano ancora le parole di Daniele Pradè pronunciate non troppi giorni fa: «Stefano è l’unico che può tirarci fuori da questa situazione». Avanti così, dunque, con la ferma consapevolezza (ancora) di aver fatto la scelta giusta. Ma è innegabile che adesso anche da parte del tecnico serva una risposta diversa da quelle date (e mostrate in campo) fin qui. Il credito che vantava con Firenze e i fiorentini si sta pian piano assottigliando.
Tre mesi e mezzo possono bastare per incrinare il rapporto costruito in tanti anni? Nel calcio moderno sì, per questo serve una sterzata immediata. Fermo restando che partite come quelle con Lecce e Genoa dovranno necessariamente essere vinte (ormai i bonus sono finiti), il jolly è rappresentato dalla partita di questa sera contro l’Inter. Far bene e portare via punti da San Siro darebbe un senso diverso e di continuità anche al punto col Bologna. Ma soprattutto riporterebbe un pizzico di serenità in tutto l’ambiente. Lo scrive La Nazione.
