Nel mirino ci sono loro, inevitabilmente, al pari o forse più rispetto ad altre anime del club. I calciatori della Fiorentina sono irriconoscibili, lontanissimi parenti da quelli che hanno mostrato qualità nella scorsa stagione. Spaesati, impauriti, a tratti anche svogliati. Il dopo partita di Reggio Emilia è stato intenso. Crudo. Due ore di confronto nello spogliatoio, a caldo. Nel quale Paolo Vanoli ha perso quel poco di voce che gli era rimasta dalla partita. Non si vede in campo sacrificio, voglia di aiutarsi, fiducia nella giocata del compagno. I calciatori della Fiorentina si riconoscono soltanto perché indossano la stessa maglietta.
Zero iniziative. Zero coraggio. Difficile pensare di salvarsi con questo trend emotivo. La scossa del cambio di allenatore non ha dato i frutti sperati da questo punto di vista. Un sussulto contro la Juventus e poi nient’altro. Non è servito nemmeno il famoso patto di Bergamo. O meglio, solo i tifosi hanno fatto la propria parte, presentandosi in 4mila a Reggio Emilia di sabato.
La gente continuerà a esserci anche dopo la deprimente prestazione di sabato, ma servono risposte immediate. Vanoli ha messo tutto il gruppo davanti alle proprie responsabilità. Inoltre ha chiesto ai senatori di dare una mano ai più giovani. Per questo Gosens è stato al fianco della squadra pur non potendo giocare. Tecnico beffato anche dal fatto di essere stato ‘tradito’ proprio da uno di questi. Quel David De Gea che contro il Sassuolo ha disputato la peggior gara da quando è arrivato a Firenze. Lo scrive La Nazione.
