A Firenze i gol sembrano incepparsi, ma basta varcare il confine perché gli stessi attaccanti tornino a brillare. È come se la maglia viola pesasse il doppio e quella della Nazionale, invece, li rendesse improvvisamente leggeri. La doppia velocità degli attaccanti della Fiorentina è un tema che rimbalza da una sosta all’altra e che già a ottobre, su queste pagine, avevamo messo in evidenza, quando Kean e Gudmundsson avevano ritrovato entusiasmo e reti con le rispettive Selezioni. La pausa di novembre non ha fatto eccezione: l’islandese ha timbrato a Baku contro l’Azerbaigian mentre Dzeko ha firmato una rete dal peso specifico enorme nella sfida di Zenica tra la sua Bosnia e la Romania. Due lampi che raccontano molto del momento delle punte viola, spente in campionato ma rigenerate non appena cambiano aria.
Segnali positivi per i diretti interessati ma soprattutto per Paolo Vanoli, che in settimana riaccoglierà a scaglioni tutti i nazionali e dovrà riassemblare un reparto avanzato fragile in attesa del recupero di Kean. E servirà lucidità, perché sabato al Franchi arriva la Juventus e l’attacco viola – appena 9 gol segnati in Serie A – è ad oggi uno dei meno produttivi del torneo, meglio solo di cinque squadre. Per questo, a Firenze, si guarda con un certo ottimismo ai numeri raccolti dai propri attaccanti lontano da casa.
Gudmundsson , per esempio, sta provando a invertire la tendenza anche in viola: nelle ultime nove gare complessive, tra Fiorentina e Islanda, ha messo insieme sei reti. Eppure la forbice resta ampia: un gol ogni 106′ con la Nazionale, uno ogni 179′ in Serie A. Un rendimento doppio che fa riflettere. Ancora più evidente il caso Dzeko: con la Bosnia segna a ritmo di una rete ogni 85′ mentre in viola la media precipita a un gol ogni 241′. Numeri che non possono lasciare indifferenti né il nuovo staff tecnico né il club, consapevoli che la fragilità offensiva non dipende solo dal momento dei singoli ma da un sistema di gioco che – almeno fino ad oggi – ha faticato a sostenere i propri attaccanti negli ultimi trenta metri di campo.
Servirà, insomma, una scossa collettiva. Vanoli spera che i suoi bomber tornino da questa pausa portandosi dietro il bagaglio di fiducia, leggerezza e convinzione accumulato in Nazionale. Se Gud e Dzeko riusciranno davvero a trapiantare in riva all’Arno quell’aria più respirabile, allora la Fiorentina potrà finalmente sperare di sincronizzare le sue due velocità e rimettere in moto un attacco che finora ha viaggiato troppo piano per ambire realmente a qualcosa di più. Lo riporta La Nazione.
