Queste le parole di Malagò, presidente del CONI: “In questo momento così delicato lo sport ha l’obbligo, il dovere di fermarsi. Poi in molti, a livello internazionale, ci hanno seguito, altri invece hanno adottato strategie differenti. Non possiamo imporre, ovviamente, regole agli organi sovranazionali, ma la situazione – e non solo in Italia – è talmente grave che, crediamo, per quanto è di nostra competenza, non si possa fare a meno di fermare tutto”. In tal senso, in molti si chiedono stante il proliferarsi casi di COVID in tutta Europa, perché l’UEFA non pervenga allo stop alle competizioni… “Non è una decisione di mia competenza. Io posso dire che sono rimasto stupito del fatto che non si sia ancora deciso di fermare le varie Coppe, ma – ripeto – non è un argomento su cui posso avere delle competenze dirette. Capisco che ci siano degli interessi, economici e sociali, ma la salute è un bene primario e deve essere messo al primo posto”. Il prossimo 23 marzo, intanto, ci sarà un nuovo Consiglio Federale nel quale si deciderà anche il destino del campionato di Serie A. Qual è il suo auspicio? “Che tutti i presidenti dei club, verso i quali peraltro nutro grande stima, ragionino in termini generali e non personalistici. Serve la massima unità per uscire da questa situazione”. “Infine – conclude Malagò – vorrei dire che lo sport tutto, con tutte le nostre peculiarità, un po’ anche a pezzi e bocconi, ha avuto una presa di posizione che credo possa far onore al Paese. E mi stupirei se anche all’estero non si addivenisse a ciò”.
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