
Luka Jovic alla Fiorentina è senz’altro stata una delle operazioni più ”effettate” di questa sessione estiva di calciomercato, sempre più prossima al gong conclusivo. Una trattativa condotta a oltranza dalla dirigenza, decisa a regalare a Vincenzo Italiano un rinforzo offensivo di caratura internazionale in vista dell’attesissimo ritorno della viola in una competizione europea.
Una mossa che doveva insomma avere lo scopo di alzare la famosa asticella, perchè perfezionare un trasferimento a titolo definitivo dal Real Madrid per un calciatore che solamente qualche stagione prima era costato ai Blancos 67 milioni di euro, non può che essere una mossa in quella direzione.
Maglia numero 7, entusiasmo dilagante e quel posto al centro dell’attacco nel canonico 4-3-3 da contendere ad Arthur Cabral, giunto all’ombra di Piazzale Michelangelo solamente pochi mesi prima per tappare l’emorragia realizzativa causata dall’addio di Vlahovic.
La dimensione Real Madrid e la strigliata di Italiano…
Le prime uscite del talentuoso attaccante serbo hanno tuttavia messo in luce alcuni limiti di ambientamento, che lo stesso tecnico Vincenzo Italiano non ha tardato a rimarcare in sede di conferenza stampa. Jovic è apparso lontano dall’idea di calcio del suo allenatore, non ancora centrato sulle mansioni che l’ex allenatore dello Spezia è solito chiedere al suo centravanti, ma soprattutto non calato in una dimensione che, per ovvie ragioni, è diversa da quella del Real Madrid.
Allenarsi tutti i giorni a Valdebebas con alcuni dei calciatori più forti del pianeta, non essere il fulcro del progetto tecnico, e dunque delle attenzioni mediatiche ha causato, a dire di Italiano, un ritardo nell’ambientamento da parte di Jovic, disabituato (forse) a caricarsi l’intero peso offensivo di una squadra sulle spalle e poco incline ai dettami tattici del suo allenatore.
Il gol all’esordio con la Cremonese, poi poco altro, con una prestazione non eccellente neppure nel playoff di Conference League, che ha confinato l’attaccante ex Blancos in panchina a beneficio di un Cabral sicuramente ben più addentro al progetto tecnico della Fiorentina.
…che sa di avere per le mani un potenziale campione.
Difficoltà che dovevano essere messe in conto? Probabilmente si, eppure farne un dramma non può che essere l’opzione più sbagliata da poter percorrere. E’ appena fine agosto, il calendario fitto e le occasioni per sperimentare e sperimentarsi in un calcio diverso potendo permettersi di sbagliare sono sempre di meno, ecco perchè, almeno secondo l’opinione di chi vi scrive, Vincenzo Italiano rimane assolutamente al corrente dell’enorme potenziale del suo calciatore, ed insieme con la società avrà la pazienza di attenderlo.
In primo luogo il curriculum: Luka Jovic è un classe 97, e ad appeena venticinque anni può già vantare un glorioso trascorso nell’Eintracht di Francoforte, che gli è valso la chiamata del Real Madrid, dove probabilmente è giunto non ancora del tutto pronto per un salto del genere. Proprio per questo la Fiorentina, complice anche la vetrina europea, può giocare il ruolo della piazza perfetta per poterlo consacrare definitivamente nel calcio del vecchio continente. Quando sarà in grado di ”riattivarsi come calciatore”, per citare testualmente il suo allenatore, Luka Jovic avrà modo di esprimere tutto il suo immenso talento, regalando alla Fiorentina l’autentico campione che senz’altro diventerà. E’ bene che tutti, anche e soprattutto i tifosi, lo sappiano attendere con pazienza, ma il calciatore non si discute, e non c’è dubbio che, presto o tardi, ci sarà da divertirsi.