L’obiettivo: la finale di Atene. La seconda di fila in Europa per la Fiorentina dopo quella di Praga del 2023. La Fiorentina è stata la prima squadra italiana a centrare due finali continentali di fila, accadde nella Coppa delle Coppe 1960-61 e 1961-62: una vittoria e una sconfitta.
Da allora, questa capacità di conquistare le finali in anni consecutivi è stata appannaggio di pochi grandi club: Inter, Milan, Juve, poi Samp, Parma, Lazio, infine la Roma di Mourinho, la più recente, dal 2021 al 2023 (ed è in corsa per la terza finale). La Conference sarà anche una coppa di scarso appeal, ma arrivando ad Atene i viola eguaglieranno la Fiorentina del biennio 1960-62 e resteranno nella storia insieme a squadre che hanno fatto l’epopea del calcio italiano: l’Inter di Suarez, Mazzola e quella di Bergomi, Ronaldo; il Milan di Rivera, Trapattoni, quello di Gullit, Van Basten, Rijkard; la Juve di Platini, Boniek, Rossi e quella di Vialli, Del Piero; la Samp di Mancini, Vialli; il Parma di Zola, Asprilla; la Lazio di Nesta, Vieri, Mihajlovic. Per concludere con la Roma delle ultime due stagioni, con Dybala, Mkhitaryan e Mourinho in panchina.
Qualcuno definisce la Conference una coppetta, ma dentro questa coppetta c’è il senso di tre anni di lavoro. E c’è la bellezza di una conferma a livello europeo. Se Italiano e i suoi ragazzi sono arrivati a giocarsi la possibilità di un’altra finale europea (seppur in una competizione meno prestigiosa), a maggior ragione va dato atto ai viola di oggi di aver compiuto un percorso eccellente. Pur con tutti i limiti e i difetti che fanno della Fiorentina una squadra imperfetta. Lo scrive il Corriere dello Sport.