
Uno zaino pieno di sogni, il più bello dei quali realizzato proprio nello stadio che lo ha visto crescere passo dopo passo nel solco dei più grandi. Il cellulare di Alessandro Bianco non ha smesso di vibrare nemmeno per un istante dopo l’esordio da titolare in Serie A e questo nonostante l’emozione di calcare per la prima volta un campo da calcio in prima squadra l’avesse già vissuta nell’agosto 2021.
Giocare per i tre punti in campionato, però, fa sempre un altro effetto e di questo si sono resi conto dalla tribuna del Franchi babbo Mario e tutta la famiglia Bianco, arrivati da Torino per la gara contro il Monza spinti dalla sensazione che quella con i brianzoli sarebbe stata una serata da incorniciare. Detto, fatto: nonostante Italiano in settimana avesse parlato meno del solito col classe 2002 (che non pareva convinto di partire dal 1’), quando mercoledì Bianco ha raggiunto il ritiro è stato informato che quella maglia in mediana sarebbe stata sua.
Eppure a cancellare tutte le paure ci hanno subito pensato i 31mila del Franchi, che hanno applaudito ogni giocata del centrocampista fino quando dopo 64’ di lotta ha lasciato il campo per Amrabat. Il dopo partita, per Bianco, è stata un’autentica festa: e non solo quella che gli ha riservato a casa il coinquilino ed ex compagno di Primavera Toci (che lo ha accolto alla porta con tanto di champagne) ma prima ancora quella con la famiglia e l’agente Galli in una pizzeria nei pressi dello stadio. Niente voli pindarici, dunque: anche nella serata dell’esordio in A, il menù del “piccolo Barella” (come tanti lo hanno già ribattezzato) è stato all’insegna dell’umiltà. Lo scrive il Corriere dello Sport
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