La Figc, è bene chiarirlo, non ha ancora alzato il telefono. Due profili naturali, dettati dalla cronaca e dalla logica, sono avanzate in queste ore. Mancio si è pentito delle dimissioni e tornerebbe di corsa, ma sembra fuori gioco: rapporti compromessi. Partiamo dai fatti. Gravina, l’estate scorsa, aveva bloccato Pioli. Gli piace per l’eleganza e l’abilità con i giovani. Era il prescelto in caso di addio di Spalletti post Europeo, può esserlo adesso dopo un lungo valzer che lo ha accostato a varie panchine, ultima (in ordine cronologico) la Fiorentina.
Si può svincolare entro l’inizio di luglio. L’esperienza, il buon senso e il pedigree di altissimo livello giocano a favore di Claudio Ranieri. Lo vogliono tutti. Un normalizzatore acclamato a furor di popolo. Dovrebbe lasciare il ruolo da consulente dei Friedkin dopo aver convinto Gasperini a sposare il progetto della Roma con la sua copertura, ma come ha sempre detto tornerebbe in panchina solo per la Nazionale, prolungando di un anno la storia da allenatore. Riportare l’Italia al Mondiale diventerebbe l’estrema sfida di una carriera esemplare. Lo riporta il Corriere dello Sport.