Indossano magliette nere con il simbolo del gruppo: un antico pallone e l’alloro con cui durante il fascismo si ornava il fascio littorio in caso di trionfi. Si chiamano “Nemici del calcio moderno”: sono una neonata sigla ultrà della Juventus. Neofascisti, nazionalisti, con base nel bresciano, a Palazzolo sull’Oglio.
Pochi giorni fa i “Nemici del calcio moderno” si sono radunati nella sede locale dell’Associazione nazionale Alpini e hanno postato una fotografia di gruppo: saluti romani, braccia tese tatuate. E uno striscione tricolore con la scritta “Per l’onore d’Italia” (il carattere delle lettere è quello tipico dell’ultradestra).
Nell’immagine, seduti a terra, anche delle ragazze e dei bambini. Ma chi sono questi ultrà neri: da dove saltano fuori? E perché il raduno in una sede degli alpini? Partiamo dal nome. Essere nemici del calcio moderno, per i gruppi neofascisti da stadio, non significa soltanto avere in antipatia le tv a pagamento, la Var, le tecnologie. Vuol dire essere “nemici” della globalizzazione. Che nel mondo del pallone è uno dei motori dell’invasione di giocatori stranieri, i calciatori che riempiono le squadre riducendo così la quota di “italiani” e i vivai nostrani.
Del resto l’ideologia del gruppo bresciano non lascia spazio a equivoci: il nero, il tricolore, l'”onore d’Italia”, il saluto fascista e quel pallone sormontato dall’alloro come usava nel Ventennio quando c’era da festeggiare vittorie importanti. Tra gli ultrà – alcuni dei quali seguono anche la Nazionale – ci sono dei simpatizzati di Forza Nuova e dell’emanazione locale di destra radicale Brescia ai bresciani.
A sponsorizzare e a far conoscere i “Nemici del calcio moderno” sono stati – sui social – i Viking, uno dei gruppi che comandano nella curva Scirea, il feudo degli ultrà della Juventus. Il più duro e violento, forse. I Viking sono a capo dell’omonimo network nazionale: tifoserie di estrema destra di varie città e categorie, da nord a sud. Recentemente sono stati coinvolti nelle inchieste della Procura di Torino sui ricatti alla Juventus per i biglietti, sulle infiltrazioni neonaziste e, l’anno scorso, nell’indagine sulla ndrangheta che faceva affari sempre con i ticket per le partite allo Juve Stadium.
Di quella curva in mano a affaristi e estremisti di destra i “Nemici” sono l’ultimo prodotto. Ogni domenica dalla provincia bresciana a Torino per la partita. E poi ritrovi, quando possibile, per cementare l’amicizia del gruppo. Nelle foto postate sui sociale è facilmente riconoscibile il luogo dove si sono radunati qualche giorno fa: si tratta della sede dell’Associazione nazionale alpini di San Pancrazio, una frazione di Palazzolo sull’Oglio.
Il responsabile Roberto Bonadei dice a “Repubblica”: “Mi hanno contattato per chiedere di poter fare un aperitivo nel nostro spazio esterno. Mi hanno detto che sono un club di tifosi della Juventus. Io so solo questo. Per il resto non so cosa dire”. Già. All'”aperitivo” ultrà sono spuntati i saluti fascisti e i simboli che richiamano il regime di Mussolini. Caso vuole: negli stessi giorni delle polemiche sui saluti romani durante Bulgaria-Inghilterra e quelli nazionalisti pro-Erdogan della Nazionale turca. Gabriele Zanni, sindaco di Palazzolo sull’Oglio, centrosinistra, commenta così: “Non conosciamo questa associazione. Gli spazi sono di proprietà degli alpini e la mia giunta ha adottato da tempo la delibera che vieta la concessione di spazi e patrocini a associazioni che portino avanti contenuti fascisti, razzisti e discriminatori”.
La Repubblica