L’obiettivo resta Stefano Pioli per la panchina della Fiorentina. Dopo le inattese dimissioni di Raffaele Palladino, è sempre stato l’obiettivo numero uno del club di Rocco Commisso. Pioli è pronto a tornare a poco più di un quarto di quel che percepisce dai sauditi dell’Al-Nassr.
Firenze lo aspetta senza particolare enfasi (ieri i tifosi fiorentini chiedevano Spalletti), ma con stima e rispetto. Al Milan ha difeso sostanzialmente a quattro, adottando spesso un 4-2-3-1 o un 4-3-3. Palladino il 4-2-3-1 l’aveva proposto e poi abbandonato a favore del 3-5-2 col quale è arrivato sesto. Pioli è maestro nella gestione e nei rapporti umani. Sa trattare con i calciatori. Ma, dal punto di vista tecnico, ama la qualità. Vuole un calcio in cui il talento è fondamentale.
Parte da alcune buone basi: le conferme del portiere De Gea, dell’esterno sinistro Gosens e del centrocampista Fagioli. In difesa ha più certezze: da Pongracic a Ranieri, da Marì a Comuzzo. Può essere Pioli la giusta chiave per dare una seconda occasione ad Albert Gudmundsson che nella prima stagione in viola non ha particolarmente brillato. Ma servono nuovi innesti in mezzo e almeno un’altra punta se Kean resterà. Difficile. Ma prima bisogna capire che succede a Casa Italia. Perché altrimenti servirà il piano B. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.