L’episodio del rigore concesso al Milan contro la Fiorentina continua a dividere, ma dai vertici arbitrali emerge una linea più sfumata rispetto ai giorni precedenti: «più non-rigore che rigore». Dopo un’analisi approfondita, infatti, non è stato considerato un errore grave, motivo per cui né l’arbitro Livio Marinelli né il VAR Rosario Abisso verranno fermati. L’attenzione, piuttosto, si sposta sul comportamento di Santi Gimenez, giudicato eccessivamente teatrale e capace di influenzare la percezione dell’arbitro. Durante la trasmissione Open VAR, Gianluca Rocchi dovrebbe soffermarsi proprio su questo aspetto, ribadendo la necessità di distinguere tra contatti reali e reazioni esagerate che falsano la valutazione in campo.
La ricostruzione dell’azione mostra un doppio contatto tra Parisi e Gimenez: il difensore viola allarga il braccio e tocca leggermente il viso dell’avversario, poi lo trattiene in modo lieve. Un gesto che, in altre zone del campo, sarebbe probabilmente sanzionato, ma che non appare sufficiente per decretare un rigore. La teatralità del messicano — grida e caduta plateale — è stata ritenuta sproporzionata rispetto all’entità del contatto e parte di un fenomeno che Rocchi combatte da tempo: la simulazione come causa indiretta di errori arbitrali.
Il designatore, infatti, invita a tracciare una linea chiara tra “scena teatrale” e reale conseguenza di un fallo. Troppo spesso, secondo lui, urla e cadute spettacolari portano l’arbitro a decisioni sbagliate. Lo stesso Marinelli era già stato coinvolto in un caso simile lo scorso anno, quando ammonì Conceição per simulazione in Juventus-Cagliari, episodio poi definito “eccessivo” da Rocchi. Anche il parallelo con Juve-Inter, dove un contatto tra Thuram e Bonny fu giudicato regolare, serve a evidenziare la linea di coerenza che i vertici arbitrali vogliono mantenere: valutazioni basate sull’intensità e non sull’apparenza, per ridurre le polemiche e restituire equilibrio alle decisioni di campo. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.
