Gentile presidente Tavecchio, si ricorda di me? Sono Optì Pobà e vivo nel villaggio di Pondelambru nel Senegal settentrionale.
Mai, grazie a lei mio grande Muzungu, avrei pensato di diventare così famoso nel mondo. Ho ricevuto offerte da ogni Continente, ma, malgrado la mia passione per il calcio, ho preferito restare qui perché mio padre ha una coltivazione di banane che ci permette di guadagnar di più che col pallone.
Ho saputo che lunedì prossimo dovrà affrontare una prova molto importante, ma mio padre mi ha tranquillizzato dicendo che nella sua Grande Capanna tutti, in cambio di qualche piccola cortesia personale, fanno democraticamente quello che vuole lei, infischiandosene completamente di ciò che pensano quelli che stanno fuori.
Mio padre, è molto incuriosito da questa procedura, perché qui a Pondelambru – dove, ci perdonerà, siamo tutti selvaggi – se il Capo del Villaggio è responsabile, per esempio, del fallimento di un raccolto e dunque porta un danno irreparabile per almeno quattro anni alla comunità, il giorno stesso si dimette (non so come si dice da voi “dimettersi”), perché ha fatto un giuramento di onore e dignità. Solo una volta un Capo trasgredì, lasciandosi influenzare dal suo spregiudicato consigliere Latinandu e da uno schiavo di nome Ulivungu, ma i saggi del popolo lo costrinsero ad andarsene.
Mi hanno detto che fra giugno e luglio lei non avrà impegni. Sarei felice di ospitarla qui perchè, forse non lo sa, ma la Nazionale del mio Paese si è qualificata per i Mondiali di calcio (come si dice da voi “Mondiali di calcio”?). Se le fa piacere, può tifare per noi. Io, in cambio, sarò felice di offrirle una banana. Anche grossa, se vuole
Suo riconoscente e devotissimo Opti!
A cura di Marino Bartoletti