Oggi il via al ritiro di Moena, la città ha già iniziato a tingersi di quel magnifico color viola che tanto amiamo. C’è tanto entusiasmo nell’aria, dettato da una fiducia che, ormai, non respiravamo, da troppo tempo.
Per tutto questo, non possiamo far altro che applaudire e ringraziare la società. È vero, non sempre le scelte societarie hanno raccolto il consenso popolare, forse dovuto anche al fatto di una comunicazione non brillante che ha sempre creato un po’ di malumore in città. Ma non è questo il caso, anche grazie alla conferenza di Daniele Pradè avvenuta poco meno di settimana fa. La Fiorentina ha svolto, e sta continuando a svolgere, un lavoro impeccabile in vista della prossima stagione.
Siamo al 10 di luglio, è vero, condivido che sia troppo presto per dare giudizi o sentenze, ma i dirigenti viola hanno già fatto gran parte del lavoro che gli spettava fare quest’estate. Quindi, diamo a Cesare quel che è di Cesare. E facciamo un applauso, finalmente, alla società, tutta, a partire dalla squadra mercato fino ad arrivare al presidente Commisso passando da mister Italiano e staff. Il merito è di tutti.
Partiamo con il primo passaggio fondamentale, la cosiddetta ‘prima pietra’: il rinnovo di Vincenzo Italiano. Il prolungamento del contratto del mister è un passaggio di vitale importanza, un segnale importante alla piazza e a tutte le diretti concorrenti: la Fiorentina c’è e vuole continuare sul cammino intrapreso. Perché, prendetemi pure per folle, per me questa Fiorentina è arrivata solo al 70% del potenziale esprimibile. Perché? Perché io leggo in rosa giocatori del calibro dì Ikonè, Quarta e Nico Gonzalez e penso: hanno già fatto vedere tutto il loro potenziale repertorio? La risposta mi vien spontanea, no.
Poi, arriva la gestione del mercato. Siamo al 10 di luglio e la Fiorentina si presenterà al ritiro di Moena ‘completa’, o comunque con una buona percentuale dell’organico che comporrà la rosa della prossima stagione. Tre erano le lacune dei viola: un terzino destro (che da troppo tempo non abbiamo), un regista dopo il caso Torreira ed una punta che infiammasse la piazza. Ed eccoli qui: Dodò, Mandragora e Jovic. Dopo solo 10 giorni di mercato, mentre le nostre rivali sono ancora ferme al palo a risolvere i casi spinosi lasciati dalla passata stagione.
Sia chiaro, il lavoro da fare non è ancora finito. C’è, per prima cosa, da risolvere la questione Milenkovic. Il difensore ha un patto con i viola: se arriva la giusta offerta, saluterà. Si è promesso all’Inter, è vero. Ma non possiamo aspettare fino a data da destinarsi senza sapere di cosa ne sarà della nostra difesa. Per questo mi aspetto che la società abbia già l’idee chiare qualunque strada decida di intraprendere il difensore serbo. Promozione di Quarta titolare o virata su LeNormand? Non lo so, non sta me fare nomi e non sta a me fare le scelte in campo (fortunatamente). L’importante è che sia una scelta condivisa con Italiano. E, per come si sta svolgendo il mercato, possiamo stare tranquilli che società ed allenatore stanno comunicando attraverso un filo diretto (finalmente aggiungerei).
L’appetito vien mangiando e noi siamo ingordi, non ci nascondiamo. Una volta risolto il rebus della difesa manca un ultimo tassello fondamentale per sognare in grande: la mezzala di qualità. Castrovilli è ai box e ne avrà ancora per qualche mese, il suo non sarà un rientro immediato e gli dovremo dare il tempo nevessario per rientrare senza incorrere in rischi di ricaduta inutili. Ecco, che qui che il popolo viola sognain grande. C’è chi crede che sia Zurkowski la sorpresa della prossima stagione ripetendo, se non addirittura migliorando, quel che di buono ha fatto intravedere ad Empoli. C’è chi sogna il colpo da 90 del calibro di Luis Alberto. Potrei andare avanti per ore con i nomi di ipotetici mister X, ma non è questo il punto. Guardatevi intorno, sentite i discorsi della gente e guardatevi allo specchio quando parlate della Fiorentina: è finalmente tornato il sorriso.
Firenze dopo anni di monotono grigiore è tornata a splendere. La piazza è carica ed i tifosi sognano, la società sta rispondendo presente: gli ingredienti ci son tutti. Adesso serve un ultimo, piccolo, sforzo per sognare quel traguardo chiamato: qualificazione in Champions League, che oramai non sembra essere più così lontano ed irraggiungibile.
Gabriele Montagnani