
La notizia del trasloco per due anni dal Franchi ufficializzata dal sindaco Nardella non ha colto di sorpresa la Fiorentina. La società viola ha lavorato nelle ultime settimane a stretto contatto con Palazzo Vecchio e fin dalle prime riunioni aveva compreso come la coesistenza dei lavori e della cantierizzazione con le partite fosse pressoché impossibile.
Preso atto del cronoprogramma del Comune, adesso Rocco Commisso è pronto a mettersi al lavoro per definire in quale stadio giocherà in casa la squadra nelle stagioni 2024-2025 e 2025-2026.
L’ipotesi più percorribile al momento sembra quella di Modena: lo stadio Braglia ha una capienza di ventimila spettatori, è stato rifatto recentemente anche per permettere ai canarini un comodo ritorno in Serie B e rappresenta logisticamente una soluzione vicina e confortevole. L’idea della società è quella infatti di trovare un impianto che possa garantire l’ingresso almeno agli abbonati, 21.927 l’ultima stagione, e per tali ragioni sono state scongiurate altre sedi.
In principio era stata avanzata la candidatura di Empoli, ma era stata la stessa sindaca Brenda Barnini a Repubblica a chiudere la porta: “Già blocchiamo mezza città per le partite dell’Empoli, figuriamoci con una gara a settimana. Sarebbe insostenibile”, disse lo scorso agosto.
Sponsorizzata dal presidente della regione Toscana Eugenio Giani anche l’idea di una Fiorentina dentro la scuola marescialli e brigadieri a Castello è presto evaporata: la società viola ha chiesto informazioni ma sono emersi problemi di fondo troppo grossi per accelerare l’iter. Il campo non sarebbe stato omologabile per la Serie A e anche sulle tribune per avere una capienza adeguata il percorso sarebbe stato lungo. Sullo sfondo le altre destinazioni, da Perugia, molto amarcord, passando per Grosseto: la partnership con il grifone del presidente Lamioni è soltanto economico sportiva e non prevede al momento la possibilità di utilizzo dello Zecchini, stadio tra l’altro orfano del grande calcio da anni.
In caso di partecipazione alle coppe europee la casa potrebbe essere invece il Mapei Stadium di Reggio Emilia, inutilizzabile il fine settimana per la coesistenza di Sassuolo e Reggiana. Se la sede deve essere ancora scelta è chiaro però che in quelle due annate la Fiorentina andrà incontro a costi di gestione che si alzeranno di fronte a minori entrate.
Il botteghino, per quanto nel calcio moderno rappresenti una fonte inferiore rispetto alla torta ricca dei diritti televisivi, aveva comunque registrato per i viola un incremento importante. In questo primo anno vero post covid la media di spettatori al Franchi è di 30mila persone, con picchi di 40 mila come contro il Milan e la Fiorentina in Italia era stata tra le prime ad aumentare il proprio bacino d’utenza, quasi del 10%. Spostare poi le partite casalinghe in qualsiasi altro stadio significa muovere una carovana di migliaia di persone tra dipendenti, steward, sicurezza, membri dedicati all’hospitality ecc, tutto a carico di Commisso.
Un aumento considerevole dei costi che quindi avrà come riflesso una riduzione degli investimenti, anche se dall’utilizzo del Viola Park per attività collaterali si conta di avere ricavi importanti. La notizia poi di una trasferta permanente per due anni non è piaciuta ai tifosi, che chiedono coinvolgimento: “Mi auspico che la decisione dello stadio sia condivisa con i tifosi perché alla fine saranno loro che si dovranno organizzare per stare due anni in trasferta”, dice Federico De Sinopoli, presidente Atf. Lo scrive La Repubblica
Bellinazzo: “Con il trasloco dal Franchi la Fiorentina perderà per 2 anni il 15% del suo fatturato”