Nelle pagine di La Nazione oggi in edicola, troviamo anche il commento di Benedetto Ferrara, eccone un estratto: “La Fiorentina a volte è così: inspiegabile. La ami, ti illudi, sogni, e lei ti frega, ci ricasca, ti lascia in terra a chiederti: perché? Dottor Jekyll & mister Hyde. Un tempo per uno. Ma voi avete capito perché questa squadra gioca più o meno solo mezz’ora? C’è un motivo fisico? O esistenziale, o contrattuale, chissà. Cosa accade nello spogliatoio tra un tempo e l’altro nessuno lo sa, al di fuori dei giocatori e dello staff tecnico. Uno si immagina bei monologhi alla Al Pacino di “Ogni maledetta domenica”, oppure discussioni tecnico tattiche di alto livello. Auto motivazioni, rimproveri o ricariche psicoterapeutiche. Boh. Qualsiasi cosa accada non funziona. D’altra parte l’empatia tra Palladino e la squadra non è proprio il massimo della vita. Non ce ne voglia, è giovane e si farà, ma se lui dice «Voglio un approccio violento alla partita» e dopo un soffio bum bum sei già sotto di due gol c’è qualcosa che non va. Poi Beltran che a giochi fatti ammette che la squadra è entrata in campo addormentata lascia pensare che il metodo motivazionale consista in una app intitolata relax yourself con musica tibetana in loop. Intanto pensiamo a salvare il soldato Terracciano. Prendersela con lui non ha molto senso. Non la fa San Pietro la formazione. Impietosa l’immagine girata sui social con una sedia al centro della porta della Fiorentina. Che il portiere di riserva abbia molte colpe per il risultato è abbastanza evidente che non vale la pena ricordarlo. Però, fateci caso, quando lui non trattiene colpevolmente quel pallone che porta i greci al raddoppio nessuno dei suoi compagni si muove verso di lui come insegnano alla scuola calcio. Ah già, erano addormentati. Tutti, Terracciano compreso, ovvio”.