Si è giocata ieri la partita tra Fiorentina e Pisa, un altro pareggio e soprattutto un altra partita giocata su livelli troppo bassi per essere veri. A tratti il Pisa di Gilardino, probabilmente la squadra peggiore del campionato per valore dei giocatori insieme al Lecce, ha dominato la Fiorentina. Viola salvati solo dalle decisioni dell’arbitro, i legni ed un leggero tocco di mano di Maister in occasione del goal. Insomma un punto strappato a Pisa immeritatissimo e molto molto fortunato.
Questa Fiorentina è brutta e senza anima. Non c’è nessuno in campo che riesce ad emergere e a spronare i compagni. Sono finite sotto accusa le prestazioni di Gosens, Dodò e Kean. Ma se ogni Domenica tutti e 15 i calciatori che scendono in campo giocano male, come può essere colpa dei giocatori? In 5 partite di campionato non c’è stato un giocatore che abbia fatto una partita da 6,5. Evidentemente i calciatori non sono messi nelle condizioni giuste per emergere e brillare. L’anno scorso abbiamo sentito spesso della Fiorentina di Palladino che vinceva grazie alle giocate dei singoli, cosa indubbiamente vera. Ma quest’anno stiamo imparando la lezione che per vincere grazie alle giocate dei singoli devi metterli in condizione di poterle fare queste giocate.
La classifica per quanto brutta è forse la cosa che spaventa meno ad oggi. Fanno più paura le prestazioni offerte e le statistiche a supporto che ci dicono che questa Fiorentina ha seri problemi. Secondo Fotmob la squadra di Pioli è ultima in Serie A per grandi occasione da rete create, ultima per tiri in porta a partita e non segna su azione da 417 minuti. Un’eternità per una squadra che ha ambizioni europee. La Fiorentina ha 3 attaccanti di grande livello e sono ancora a secco di goal. Ma se l’attacco piange la difesa non ride. La Fiorentina è quarta per grandi occasioni concesse e XG a sfavore mentre De Gea è tra i primi 3 portieri con più parate del campionato. Non è un caso infatti che questa sia la partenza peggiore della Fiorentina nell’era dei 3 punti a partita. Non sta funzionando niente.
Dopo 2 mesi è inaccettabile che Pioli non abbia trovato un vestito a questa squadra visto che ogni partita c’è un modulo diverso. Inoltre non sembra ancora aver inquadrato bene i calciatori a disposizione. Ieri Pongracic è stato tolto dalla posizione centrale della difesa a 3 ma soprattutto dal compito di marcare l’attaccante avversario. Scelta giusta. Ma non si capisce perché in fase di possesso abbia giocato molto più bloccato da braccetto che da centrale della difesa a 3. Soprattutto considerando che a Comuzzo quando ha giocato lì è stato chiesto di giocare braccetto e di sganciarsi in avanti, compiti che non si adattano per niente alle sue caratteristiche da marcatore molto grezzo tecnicamente. Ma che si adatterebbero benissimo a Pongracic che ha una grande conduzione palla al piede. La sensazione è che Pioli ancora non abbia ben chiaro cosa vuole essere la sua Fiorentina e su che giocatori si deve basare. Non è ammissibile visto che questa rosa lavora insieme dal 15 Luglio. Certo questa squadra magari ha qualche lacuna, ma le hanno tutti in Serie A. Anche l’anno scorso avevamo delle lacune ma siamo arrivati 6° a 65 punti
Inoltre anche le scelte fatte del mister sembrano molto pensate all’immediato presente piuttosto che al futuro prossimo. Il 4-4-2 visto con il Como che futuro avrebbe mai potuto avere? Perché ci si affida a Pablo Marì e non a Comuzzo, chi dei due in prospettiva ti può dare di più? Insomma scelte dettate dalla paura del momento più che dal desiderio di voler costruire qualcosa. Pioli non ha attenuanti, ha la rosa in mano da Luglio, a Settembre la Fiorentina ha giocato una volta a settimana e soprattutto lui è un allenatore di spessore ed esperto. Ce lo ha detto lui stesso durante la sua presentazione: “Quest’anno in Serie A ci sono i migliori allenatori, ho pensato che dovevo esserci anche io.” Per ora però il paragone non regge, ne con i top allenatori ne con quelli meno acclamati come Nicola o l’esordiente Pisacane a Cagliari. La sua squadra è quella su cui si vede meno l’impronta dell’allenatore. Così non si va lontano, lo dicono le prestazioni, lo dice la classifica e lo dicono tutte le statistiche