Torino e Fiorentina hanno dato vita a una partita modesta, equilibrata e povera di emozioni, chiusa con un pareggio che riflette bene il livello espresso in campo. Entrambe le squadre sono ancora alla ricerca di una vera identità: Baroni, reduce dal pesante 5-0 subito a San Siro, ha cercato maggiore solidita difensiva, mentre Pioli ha provato a osare con un assetto più offensivo. Per i granata, non subire gol rappresenta un piccolo passo avanti, per i viola invece restano le difficoltà nel concretizzare un’idea di gioco che fatica a prendere forma.
Il tecnico della Fiorentina ha proposto un attacco inedito con Kean e Piccoli, supportati da Gudmundsson. L’intesa tra le due punte è però apparsa lontana, e la difesa del Torino – con Coco e Maripan – ha limitato bene i tentativi viola. La squadra di Pioli ha spesso cercato la profondità con lanci lunghi da De Gea o Pongracic, meccanismo che necessita ancora di rodaggio. Anche Baroni ha scelto la via diretta, evitando costruzioni dal basso dopo i disastri visti con l’Inter, affidandosi al gioco aereo di Simeone e al debutto di Asllani in regia, ancora alla ricerca del giusto inserimento.
Le occasioni sono state pochissime: una per la Fiorentina con Piccoli, due per il Torino, entrambe neutralizzate da uno straordinario De Gea, autentico protagonista della serata. La Viola ha mostrato limiti evidenti a centrocampo, dove nessuna delle combinazioni provate ha garantito qualità o idee, e un Gudmundsson opaco, lontano dal giocatore ammirato a Genova. L’unico vero punto di riferimento resta Dodò, capace di garantire velocità e spinta. In positivo, la Fiorentina può almeno registrare una maggiore solidità difensiva rispetto alle ultime uscite, anche se sul piano del gioco la strada resta lunga. Lo scrive il Corriere dello Sport.
