
La domenica delle prime volte, quella che ha testimoniato l’importanza del collettivo per questa Fiorentina. Una filosofia portata dal tecnico Vincenzo Italiano, che ogni settimana ritocca la formazione alla ricerca del miglior undici possibile, quello più in forma e composto dagli uomini che l’hanno convinto di più in allenamento. Quando in autunno le cose non andavano, i continui cambiamenti sembravano uno dei punti deboli della squadra, che pareva annaspare in cerca di certezze. Arrivati a questo punto della stagione, dopo una netta ripresa e una lotta continua su tre competizioni, la gestione di Italiano si è trasformata in un punto di forza.
La condizione fisica generale è buona, nonostante sia calata rispetto a due o tre settimane fa, e ieri quattro giocatori (su cinque marcatori) hanno segnato il loro primo gol in Serie A in questa stagione: Castrovilli, Dodò, Duncan e Terzic. In tutto, sono andati in rete 16 calciatori diversi in campionato. Non solo, ha fatto il suo debutto Michele Cerofolini che non giocava da un anno. Il portiere 24enne, originario di Arezzo, è infatti stato promosso come secondo dopo l’infortunio di Sirigu.
Per Terzic si è trattato del primo gol nelle competizioni ufficiali con la maglia di un club. Duncan, invece, era stato l’ultimo dei quattro a esultare, alla fine della scorsa stagione, nella vittoria per 2-0 contro la Juventus.
Castrovilli non segnava addirittura da 494 giorni: l’ultima rete l’aveva realizzata il 22 dicembre 2021 nel pareggio per 1-1 a Verona. Quello di ieri è stato il suo primo gol in serie A in stagione, ma ne aveva già segnati due in Conference. Pochi, ma buoni, verrebbe da dire considerando il tiro a giro da fuori area contro il Sivasspor. Bello il tiro, la frustata di destro che è passata sotto le gambe di Amione prima di accarezzare il palo, e bella l’azione: evidentemente uno schema, con Biraghi che ha battuto corto il calcio d’angolo e poi si è fatto restituire il pallone per metterlo dolcemente in mezzo.
Infine bello il suo abbraccio con Vincenzo Italiano, con cui c’era stata qualche incomprensione (Castro gli ha chiesto scusa dopo il gol) nel primo tempo. Schierato nel ruolo che suggerisce il numero della maglia, il 10, «Castro» all’inizio ha faticato a imporsi come trequartista, complice pure la marcatura a uomo della Samp, ed è stato costretto ad arretrare di qualche metro. Alla lunga, però, la sua qualità è venuta fuori. E che dire di Dodò, l’uomo del momento, arrivato al Franchi con i capelli viola e coccolato pure dal presidente Commisso durante la conferenza-fiume sul tema stadio.
Il gol lo premia per tutte le volate sulla fascia di queste settimane, in cui è parso tra i più in forma del campionato. E anche per quelle in coppa contro la Cremonese. Per lui è la prima rete con la maglia della Fiorentina, in Italia, e segna il ritorno al gol dopo più di due anni, nonostante sia un terzino di spinta. Legittimo che si sia lasciato andare a un’esultanza sfrenata. Per Italiano, a questo punto dell’anno, non potevano arrivare conferme più incoraggianti. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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