La tempesta in casa Fiorentina dopo le dimissioni di Raffaele Palladino continua a sollevare polemiche e interrogativi. Ai microfoni di Lady Radio, l’intermediario di mercato Costantino Nicoletti ha analizzato duramente la situazione, mettendo sotto la lente non solo l’allenatore, ma anche il presidente Rocco Commisso e l’organizzazione societaria.
Nicoletti si è chiesto se Commisso sia vittima o carnefice in questa vicenda. “Quando lo sento parlare mi fa quasi tenerezza, perché si è messo davanti a tutti per prendersi meriti e difendere Palladino, sostenendo di averlo voluto sempre. Ma già a gennaio la dirigenza valutava alternative: la separazione è stata vicina, solo il presidente dagli USA sembrava non volerlo accettare”.
L’intervento si è poi spostato sul clima generale che, secondo Nicoletti, regna nel club: “Oggi nel calcio ci sono ipocrisia, bugie, falsità. Pochi vanno a dormire sereni. E Commisso? Ci mette la faccia, il nome e i soldi, per poi essere tradito. È la cosa più triste, specie per un uomo della sua età”.
Non manca però un passaggio comprensivo verso Palladino, pur evidenziando criticità gestionali. “È normale che un allenatore non abbia il numero di telefono del presidente? Mi sembra assurdo. Già con Barone c’erano filtri, ora le cose dovevano cambiare. E invece ognuno pensa solo a difendere il proprio orticello, mentre l’unico a rimetterci è Commisso”.
Infine, Nicoletti ha criticato la posizione del direttore generale Giancarlo Ferrari: “Gli voglio bene, ma dopo quasi sette anni vorrei capire che ruolo ha. Non si è mai visto in Serie A un direttore generale parlare di tattica in TV prima delle partite. Prima lo faceva Joe Barone, ora lo fa lui. Anche questa dinamica è sbagliata. È bravo nei rapporti con il Comune per lo stadio, ma ora serve che prenda una posizione chiara anche sul piano sportivo”.