Ciccio Baiano è stato intervistato da La Nazione, da grande ex viola, attaccante, allenatore e soprattutto uomo spogliatoio, come farà la Fiorentina a uscire da questa crisi?
«Non è semplice. Per niente. Quando nel giro di quattro giorni, si dimette il direttore sportivo e viene esonerato l’allenatore, significa che la situazione è molto, ma molto, complicata».
Sia sincero, tutto questo è davvero un perfida sorpresa, lo crede anche lei?
«Beh, mi sembra che in estate era stato fatto un buon mercato. Sono arrivati tanti giocatori, e si è alzato l’asticella puntando su un allenatore di esperienza. Che è successo? Non è scoccata la scintilla giusta e dall’obiettivo di portare la squadra in Champions ci si è trovati in questa situazione».
Colpa dell’allenatore?
«Gli allenatori pagano sempre, ma sia chiaro che non è possibile che una squadra come questa Fiorentina non riesca a fare tra passaggi di seguito… quindi la colpa non può essere stata solo di Pioli».
Proviamo a guardare avanti: per arrivare alla salvezza la Fiorentina che dovrà fare?
«Due cose».
La prima?
«Che il nuovo allenatore, chiunque esso sia, sia un profilo scelto dalla società, dai dirigenti e quindi non un profilo per… accontentare la piazza. Perché nel secondo caso, se fra qualche settimana la squadra non è ripartita nella direzione giusta, il rischio è di tornare nel caos».
La seconda c osa da fare?
«D’ora in poi a prendersi la squadra sulle spalle, a guidarla, dovranno essere i giocatori con grande personalità. Serviranno uomini che sanno essere leader in campo, quindi giocare bene e leader anche fuori, ovvero pronti a mettersi in discussione, ad ammettere errori. Se si dovesse cominciare a puntarsi il dito contro, a vicenda… tipo ‘tu hai fatto questo, no, non è colpa mia…’ allora saranno guai. Sarebbero solo alibi personali e quando si cercano alibi non si arriva ai traguardi».
Intanto, la piazza, i tifosi hanno acceso una contestazione pesante…
«Quando le cose non vanno è inevitabile. Chi sa di calcio, chi vive nel calcio, sa che quando tutto finisce in tilt la gente contesta. Inevitabile».
E quello stadio Franchi dimezzato dai lavori, secondo lei, può in qualche modo aver influito su un anno tanto brutto?
«Altroché. Sui risultati di una squadra influiscono tanti punti. Tante cose. E uno stadio mezzo vuoto si fa sentire. Ti condiziona. Il calcio è una materia delicata, è come un puzzle complicato dove per arrivare alla foto giusta bisogna mettere al posto giusto tutte le tessere. Bene, se una di queste tessere l’ha persa e non c’è più, il puzzle è incompleto. Rovinato. E lo stadio Franchi è una delle componenti della Fiorentina. E non è finita qui».
Ovvero?
«Provi a pensare quanti soldi in meno ha incassato la società da agosto o comunque da quando lo stadio aveva metà pubblico. Tanti in meno e quei soldi, magari avrebbero fatto molto comodo per affrontare il mercato di gennaio. Per acquistare rinforzi. Invece…». E invece è vero, il calcio è una materia complicata. Molto complicata.
