Eddy Kouadio continua a far parlare di sé. Difensore classe 2006 della Fiorentina, il giovane talento ha confermato nelle ultime settimane di avere tutte le carte in regola per ritagliarsi un ruolo importante nel futuro viola. Nato in Italia da una famiglia di origini ivoriane, prima di vestire il gigliato, Kouadio ha mosso i primi passi nel calcio con le giovanili della Galcianese e del Tobbiana, a Prato, dove fin da bambino ha messo in mostra non solo qualità tecniche e fisiche, ma anche una spiccata leadership, dote che lo ha sempre accompagnato nel percorso di crescita.
Passato poi al settore giovanile della Fiorentina, il difensore si è distinto in tutte le categorie, dall’Under 17 fino alla Primavera, grazie alla fisicità, alla lettura del gioco e alla capacità di tenere il passo di attaccanti molto rapidi. Questo è il suo secondo ritiro estivo con la prima squadra, ma stavolta sta davvero convincendo: nel ruolo di terzo di destra della difesa a 3, nella tournée inglese appena conclusa, ha affrontato tre amichevoli internazionali con sicurezza e personalità, arrivando anche a subentrare a Comuzzo già nel primo tempo della prestigiosa sfida contro il Manchester United, preferito all’esperto Pablo Marì e a Kospo.
Il suo impatto positivo non è passato inosservato. Preciso negli anticipi, pulito negli interventi e attento nelle marcature, Kouadio ha dimostrato di poter reggere il confronto con avversari esperti e fisicamente strutturati. Un segnale importante per Stefano Pioli, che potrebbe decidere di concedergli ulteriori opportunità nel corso della stagione, soprattutto con lo spostamento di Pongracic a centrale della difesa a 3.
La strada è ancora lunga, ma Eddy Kouadio sta bruciando le tappe: dalla Galcianese e il Tobbiana fino alla Primavera viola e al palcoscenico internazionale, sempre con la stessa determinazione e voglia di migliorarsi, allenamento dopo allenamento. La Fiorentina lo sa e nel luglio 2024 gli ha fatto firmare il suo primo contratto da professionista fino al 2027 con la consapevolezza di avere tra le mani un diamante da sgrezzare.