Questo il commento di Sandro Picchi sulle pagine de il Corriere fiorentino, queste le sue parole:
“Se è vero che la Fiorentina è stata costruita per giocare con il 4-3-3 tanto vale provare. Non siamo personalmente innamorati del calcio sbilanciato e delle squadre che attaccano con troppi uomini.
Perfino la Francia campione del mondo ha dimostrato che si vince adoperando vecchi arnesi italiani come il contropiede, oggi chiamato ripartenza, ma se la Fiorentina è stata costruita pensando a un più disinvolto e forse più moderno modulo che prevede il tridente d’attacco, allora tridente sia. Questo atteggiamento tattico si è del tutto smarrito a Napoli dove Simeone ha vissuto in solitudine, braccato da Koulibaly e compagni, dove Chiesa ha fatto onesti sacrifici in copertura e dove Eysseric, il terzo uomo di un tridente che non c’era, giocava, e anche con profitto, a centrocampo e a sostegno della difesa.
Niente di male, anzi tutto di bene, compresi i preziosi rientri difensivi, comunque destinati a non andare perduti, ma il vero tridente offensivo non si è ancora visto per il semplice e determinante motivo che non si è ancora visto Pjaca, a parte qualche fugace apparizione nei finali di partita. Eppure Pjaca è stato il fiore all’occhiello della campagna acquisti (o prestiti) e in teoria è sulla sua presenza nel tridente d’attacco che punta molto la giovane squadra viola di questo campionato. Se ancora non si può valutare la consistenza del modulo e la sua adattabilità alle fasi offensive e difensive (un pressing alto degli attaccanti è già difesa) è proprio per l’assenza di Pjaca che evidentemente non era ancora nelle condizioni di forma per giocare.
Condizioni che adesso, se non ci sono retroscena a noi sconosciuti, dovrebbe aver raggiunto. Può anche darsi che i croati reduci dal Mondiale stiano tutti pagando lo sforzo come dimostrerebbero i 6 gol incassati la settimana scorsa dalla Spagna, la crisi dell’Inter di Perisic e Brozovic, i malanni di Vrsaljko, l’appannamento di Modric e così via. Forse anche Pjaca, che in Russia ha giocato poco, sta pagando qualcosa, ma la curiosità, o l’esigenza, di vederlo in campo, rimane.”