Il difensore della Lazio ha rilasciato un’interessante intervista al quotidiano Repubblica, svelando una parte privata della sua gioventù.
“Mia madre mi ha educato ad esser3 una buona persona, mio padre mi ha trasmesso la tenacia e l’ambizione pe4 raggiungere il massimo del successo. Ho sempre avuto bisogno di un avversario per poter dare il mio meglio, per molto tempo ho vissuto questa situazione con mio padre, nel mio rapporto con lui. Dopo la morte di papà sono precipitato, ho toccato il fondo. Ero al Milan nelle giovanili, mi sono venuti a mancare gli stimoli per andare avanti, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere e, mi creda, bevevo di tutto in modo smodato. È un paradosso ci pensate, ma è terribile, ma mi ha salvato il cancro.
Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare.
Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato.