di Lorenzo Bigiotti
Era l’agosto 2016 quando la Fiorentina, con la formula del prestito con obbligo di riscatto, prelevava Maximiliano Martín Olivera De Andrea – meglio noto come “Maxi” – dal Penarol.
Pochi giorni dopo, quello che veniva descritto come uno dei migliori terzini uruguaiani, si presentava ai suoi nuovi tifosi ed alla stampa fiorentina. Il tutto con un artefice, Pantaleo Corvino.
Attestati di stima, ma non solo… Chi può dimenticare l’intervento clamoroso di Corvino stesso, che nel corso di una conferenza stampa esordì con un polemico: “Se non conoscete Maxi Olivera è un problema vostro, non mio”.
In ogni modo, al termine della sua prima stagione in viola, l’esterno classe ’92 può vantare ben 26 presenze tra campionato, Europa League e Coppa Italia… Uno score sufficiente per considerare l’uruguaiano pienamente inserito nei meccanismi del calcio italiano e pertanto pronto ad affermarsi, rispecchiando quindi le parole di elogio che avevano accompagnato il suo arrivo a Firenze.
Da queste dichiarazioni cariche di rancore, ma anche del desiderio ardente di mostrare il lavoro svolto, un pò di tempo è passato ma, a pensarci bene, neanche troppo. Infatti, dopo più di due anni il suo acquisto a più di quattro milioni fa ancora discutere.
Di acqua sotto i ponti ne è passata: il progetto tecnico di Paulo Sousa è drammaticamente naufragato, la squadra è stata completamente rinnovata, ma Maxi Oliveira non trova nessun acquirente e resta in rosa nonostante ormai Pioli non ci creda minimamente.
Adesso finalmente osiamo dire, Maxi Oliveira ha trovato una nuova collocazione al club Olimpia, ma la figuraccia resta. Il giocatore per cui Corvino aveva sfidato un’intera piazza ha malamente fallito e in vista c’è una bella minusvalenza, se pur non clamorosa.
Chiudiamo con una speranza. Chiunque sbaglia nel mercato anche i più bravi. Sull’acquisto di giocatori contano vari fattori, tra cui il principale l’ambientamento. La speranza è che a livello comunicativo si possa fare meglio, perchè di problemi nella Firenze calcistica ce ne sono già tanti e non abbiamo certamente bisogno di altri casi mediatici.