Cosa sta succedendo alla Fiorentina? E come si può uscire da una situazione ormai sportivamente drammatica? A Firenze se lo chiedono un po’ tutti. Tema delicato, da maneggiare con cura. Anche se la sensazione diffusa è che adesso debbano essere i calciatori a tirarsi fuori dal tunnel. E’ di questo avviso anche Ciccio Baiano, ex attaccante gigliato e oggi allenatore. La sentenza arriva subito. “Adesso conta solo il gruppo, che dev’essere sano e solido. Altrimenti salvarsi diventa molto complicato”. Ecco le sue parole a La Nazione.
La questione è quindi più mentale che tecnica?
“Decisamente sì. I risultati non sono arrivati con Pioli, c’è stato il cambio con Vanoli ma dopo un mese la rotta non è stata invertita. Gli servirebbero tempo e allenamenti per poter incidere. Ma oggi la Fiorentina il tempo non ce l’ha più. L’allenatore che subentra non ha la bacchetta magica per risolvere i problemi in un mese. Non è colpa dell’allenatore di turno. E’ un’annata storta, partita con ambizioni di Champions e precipitata settimana dopo settimana”.
Adesso come se ne esce?
“Lo dico in modo chiaro. Tocca ai calciatori. L’allenatore ci può mettere del suo per aiutarli ma sono loro che vanno in campo”.
Vanoli ha fatto appello ai leader per dare una mano anche ai più giovani.
“Giusto, anche perché sono tutti al di sotto del rendimento dello scorso anno. Cercare colpevoli ora però non serve a niente, altrimenti non se ne esce più, ma è innegabile che ci siano calciatori all’interno della rosa che possono e devono alzare il loro livello e quello generale”.
Da ex calciatore, in questi momenti quando si è leader di un gruppo che corde si toccano?
“Spronare sempre i compagni. Curare i particolari, non puntare il dito per un errore. Per un gol preso o uno sbagliato. Il concetto del ‘tanto vinciamo la prossima’ è sbagliato, perché poi bisogna andare in campo contro avversari agguerriti e vincerle davvero le partite. Adesso bisogna fare un passo alla volta, perché poi il distacco dalla zona salvezza non è enorme e le partite tante. La Fiorentina ha tutto per farcela. A patto che l’interesse comune torni al centro di tutto”.
C’è chi teme un bis della stagione 1992/1993. Anche voi eravate forti sulla carta, poi però arrivò la retrocessione.
“C’è solo questa analogia, perché è vero che avevamo una squadra importante. Ma la situazione all’epoca si sviluppò in modo completamente diverso. Nel girone d’andata eravamo secondi, partimmo alla grande. Poi dopo una sconfitta con l’Atalanta Cecchi Gori decise di esonerare Radice, che fu la più sbagliata delle scelte. Il gruppo si sgretolò”.
Conosce bene il popolo viola. Al di là di tutto, sempre al fianco della Fiorentina.
“Non mi sorprende. E anche per questo dico che la Fiorentina si può salvare con una tifoseria così al proprio fianco”.
