Per non trasformare la sua crisi nel successo del 1985 di Ornella Vanoni e Gino Paoli («Senza fine», ma in un’accezione totalmente negativa), la Fiorentina è chiamata oggi a cambiare passo in casa dell’Atalanta e al cospetto di quel Raffaele Palladino che mantiene ancora oggi il record di punti dell’era Commisso – nonché il miglior piazzamento degli ultimi nove campionati – proverà a mettersi alle spalle un periodo a dir poco negativo. Che se da un lato i pareggio contro Genoa e Juventus avevano contribuito quantomeno a rasserenare, il deludente ko in Conference contro l’Aek Atene ha invece di nuovo alimentato. Di strambate tattiche, tuttavia, ad ora non se ne parla. Vanoli fin da quando è arrivato ha scelto di insistere su pochi ma chiarissimi concetti che prevedono ancora il 3-5-2 come modulo di partenza, anche se non è escluso che presto l’allenatore possa tentare altre soluzioni, come quelle che portano alla difesa a quattro.
Una rivoluzione di questo tipo non è però attesa per questo pomeriggio a Bergamo, dove la Viola si presenterà in campo con il consueto canovaccio tattico (che ultimamente ha imbarcato meno acqua del solito, specie in difesa) e con due buone notizie: il rientro tra i convocati di Dodo e di Kouame. Due recuperi che tuttavia non stupiscono più di tanto: il brasiliano dopo la sostituzione contro la Juventus ha svolto una settimana di lavoro differenziato (a causa di una sofferenza per una cicatrice riguardante un vecchio infortunio di quando giocava in Ucraina) e dopo appena due sedute in gruppo spinge per giocare addirittura dal 1′ (ma Fortini sulla destra sembra in vantaggio) mentre l’ivoriano è alla prima convocazione stagionale dopo il lungo forfait che lo ha riguardato a causa della lesione al crociato del ginocchio destro patita nell’aprile scorso quando giocava in prestito all’Empoli. Unico indisponibile, dunque, resta Gosens, che però sarà pronto per la sfida di sabato prossimo contro il Sassuolo.
Capitolo formazione: le scelte di giovedì in Conference League autorizzano a pensare che alcuni degli elementi risparmiati dal 1′, oggi alla New Balance Arena saranno impiegati nell’undici titolare. Tra questi Pablo Marí in difesa (con lo spagnolo che completerà il reparto assieme a Pongracic e a capitan Ranieri) e Sohm a centrocampo. Lo svizzero sarà una delle due mezzali (l’altra con tutta probabilità sarà ancora una volta Mandragora) in una linea a cinque che dovrebbe essere ultimata da Nicolussi Caviglia nel ruolo di play (difficile che dopo la prova horror di giovedì Fagioli possa essere di nuovo premiato con un posto in cabina di regia) oltre al già citato Fortini e Parisi sulle fasce. In attacco, detto che Kean è ovviamente intoccabile, resta il dubbio tra Gudmundsson e Piccoli, con l’ex Cagliari che sta bene dopo i fastidi alla caviglia ed è favorito per partire dall’inizio. Lo riporta La Nazione.
