La sconfitta per 0-1 contro l’AEK Atene ha acceso ancora una volta i riflettori sulla condizione atletica della Fiorentina, un tema diventato ormai ricorrente e che ieri è stato ribadito anche da Edin Dzeko. Nel post partita, l’attaccante bosniaco ha parlato senza giri di parole: «Non siamo al meglio, ma la squadra ha lavorato bene nelle ultime settimane e già con la Juve si sentivano segnali migliori. Non siamo però ancora al massimo». Un’affermazione che conferma indirettamente ciò che in casa viola si mormora da settimane: la squadra è indietro fisicamente.
Le parole di Dzeko si aggiungono infatti a quelle già pronunciate da Piccoli durante la sosta dopo il pareggio contro il Genoa e a quelle offerte da Galloppa nel breve periodo in cui ha guidato la squadra. Tutti indizi che portano nella stessa direzione: la preparazione estiva della Fiorentina non è stata adeguata, e il gruppo sta pagando un conto pesantissimo sul piano atletico.
Un dettaglio significativo arriva anche da Paolo Vanoli. L’attuale tecnico, durante la sosta, ha imposto doppie sedute, segnale evidente di un lavoro intenso necessario. Allo stesso tempo, per rispetto del precedente allenatore, ha evitato commenti diretti sulla condizione fisica della rosa, ma la sua scelta metodologica dice già tutto.
La gara contro l’AEK ha offerto la conferma più lampante: la squadra greca correva letteralmente il doppio della Fiorentina. Ogni duello e ogni ripartenza pendeva a favore degli avversari, mentre i viola apparivano lenti, incapaci di sostenere ritmo e intensità. Non solo tenuta mentale debole, dunque: la Fiorentina oggi non ha né gamba e né velocità.
Il problema, ormai evidente, non riguarda solo gli errori individuali o la mancanza di fiducia: alla base c’è un lavoro atletico sbagliato che sta condizionando pesantemente ogni aspetto del gioco. Recuperare condizione richiederà tempo, ma il calendario non fa sconti e la Fiorentina, oltre a ritrovare identità e coraggio, deve prima di tutto ritrovare le gambe.
