Eppure, nello spogliatoio, la percezione è diversa. Ranieri gode di credibilità e ascolto: nonostante l’età relativamente giovane, porta doti di leadership che molti compagni riconoscono e seguono. Il suo cammino in questa annata, in ogni caso, non è stato privo di urti. Nemmeno dal fronte arbitrale, però, sono arrivati segnali concilianti. Dopo le proteste in Fiorentina-Lecce per un rigore dato e poi tolto, il designatore Rocchi lo ha ammonito pubblicamente, definendo «inaccettabili» certe reazioni: un altro colpo alla sua immagine esterna.
La Fiorentina sa però che la questione Ranieri non può essere lasciata sospesa e già in occasione della recente conferenza di Paolo Vanoli il club avrebbe voluto chiarire il punto di vista dell’allenatore sul suo capitano, specie dopo la sostituzione a Marassi. Il tempo non è bastato ed è dunque probabile che ciò avvenga nella prossima uscita. Ranieri, in ogni caso, è solo l’ultimo anello di una catena di leader finiti nel mirino dopo l’entusiasmo iniziale. Prima di lui anche gli ultimi due capitani Pezzella e Biraghi – presentati come eredi dell’indimenticato Astori – furono a loro volta travolti da critiche per prestazioni e atteggiamenti, fino a cambiare maglia. Sembrano dunque lontani i tempi di Batistuta, Rui Costa, Dainelli, Pasqual: allora la fascia era un privilegio inappuntabile mentre oggi sembra essere diventata un peso insostenibile. Lo scrive La Nazione.
