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Poesio: “Chi chiede a Commisso di farsi da parte, rischia di evocare il senso di caduta dell’impero”

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 27.04.2025, Fiorentina-Empoli, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Poesio: “Chi chiede a Commisso di farsi da parte, rischia di evocare il senso di caduta dell’impero”

Redazione

5 Novembre · 12:04

Aggiornamento: 5 Novembre 2025 · 12:04

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"Ora servirebbe calma alla Fiorentina e al suo proprietario"

Nelle pagine del Corriere Fiorentino troviamo un articolo firmato da Ernesto Poesio: “Meglio allora partire da un punto fermo: quella che doveva essere la stagione del grande salto rischia di trasformarsi in quella del grande flop, sia sportivo sia economico. Proprio il fatto che forse per la prima volta la Fiorentina avesse scelto di rischiare, cioè di fare il passo più lungo dell’attuale gamba (nessuna cessione illustre, aumento degli ingaggi, allenatore più costoso dell’era Commisso) scommettendo sull’accesso a una coppa europea superiore, rappresenta adesso il freno maggiore nell’impostare la ricostruzione, perché di questo si deve necessariamente parlare sia dentro sia fuori dal campo. Lo si è visto subito nella vicenda Pioli, con il club ostinato nel voler imporre le dimissioni all’allenatore. Non è stata solo una questione di principio quella della Fiorentina, ma un tentativo — non andato a buon fine — di non portarsi dietro ancora a lungo l’errore di un contratto che peserà moltissimo nei prossimi mesi (anni?) sul bilancio viola (a conti fatti se Pioli dovesse percepire per intero i tre anni di stipendio, alla Fiorentina i 4 punti in classifica verrebbero a costare ognuno 2,25 milioni di euro netti).

insostenibile e sproporzionato per un club che, anche se si dovesse salvare, resterà probabilmente escluso dalle competizioni (e dalle risorse) europee. La domanda sul futuro perciò non sembra tanto essere se Commisso resterà ancora a Firenze, ma come. Se avrà cioè la forza e l’intenzione di operare un reset e ripartire da una sorta di anno zero (cioè programmando un nuovo ciclo, per forza di cose inizialmente ridimensionato) oppure se sceglierà — in assenza di compratori o della volontà di cedere — di affidarsi a una sorta di autofinanziamento, termine che a Firenze evoca gli ultimi anni non proprio felici dell’era targata Della Valle. Le prime mosse che la società sta operando, dalle promozioni di dirigenti che hanno comunque la loro parte di responsabilità della situazione attuale alla difficoltà nel proporre al prossimo allenatore non più di qualche mese di contratto, sembrerebbero andare in questo senso. Ma è anche vero che queste prime scelte potrebbero essere dettate solo dall’emergenza in uno dei momenti più complessi della storia viola recente. Saranno le prossime settimane a fornire contorni più chiari a un orizzonte così nebuloso.

Chi in queste ore chiede a Commisso di farsi da parte, magari dopo aver per anni avallato e fomentato decisioni che hanno contribuito a creare una Fiorentina chiusa in se stessa, rischia di evocare ancora di più quel senso di caduta dell’impero che difficilmente conduce a soluzioni ragionate. Ora servirebbe calma alla Fiorentina e al suo proprietario. E servono forte programmazione e chiarezza nello spiegare come si sia arrivati a questo punto senza nascondersi, come avvenuto in passato, dietro alle clausole di riservatezza che generano illazioni e infuocano ancora di più un ambiente già in ebollizione. Rocco Commisso e i suoi dirigenti coglieranno questa occasione? Sono forse le ultime carte del castello franato rimaste a disposizione”.

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