Il terzetto di centrocampo vede l’ex interista come vertice basso, Casadei interno destro che diventa incursore e calamita usata tantissimo sui rinvii del portiere, mentre sul centro sinistra viene ripescato Ilic. Serve qualità, serve anche provare a convincere il ragazzo che deve prendersi l’occasione, meritarsi la fiducia, e il serbo convince sia come attenzione tattica, sia per qualche idea profonda. Da quella parte ha Vlasic come interlocutore ma il Toro sfrutta poco quell’asse, perché riparte quasi sempre con il lancio lungo su Casadei e poi sviluppa i tentativi a destra.
Il sistema funziona spesso, però il piede raffinato di Vlasic serve sempre: la prima palla gol è per Casadei, azionato dal croato e da Simeone, la seconda per il Cholito, che ha superato l’affaticamento muscolare della vigilia, e viene servito da sinistra proprio da llic. De Gea nei due casi dimostra di essere il campione di sempre, come non ha incertezze sui tiri più leggibili di Ngonge e Casadei. Ma il Toro resta vivo fino al termine. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
