La Fiorentina esce da Torino con un altro pareggio, ma soprattutto con la sensazione che la strada verso la squadra sognata da Pioli sia ancora molto lunga. Dopo l’1-1 di Cagliari arriva un’altra prestazione grigia, lenta e priva di personalità, lontana anni luce dall’idea di calcio che l’allenatore vorrebbe. La classifica ne risente e la speranza è che la sosta possa servire a rimettere energie e fluidità nei meccanismi, anche perché alla ripresa al Franchi arriverà il Napoli, un test ben più probante.
Pioli ha provato a scuotere i suoi proponendo una Fiorentina molto offensiva, con il tandem inedito Kean-Piccoli, due prime punte pure, affiancate da Gudmundsson in una veste di rifinitore-mezzala. Una scelta coraggiosa, che in Serie A oggi si vede raramente, ma che non ha prodotto i risultati sperati. Mandragora e Sohm hanno presidiato il centrocampo, mentre sugli esterni hanno agito Dodò e Gosens.
L’intenzione era chiara: alzare il baricentro e attaccare, ma già in avvio è servito il solito De Gea per salvare la porta viola sull’occasione di Casadei.
Il primo tempo è scivolato via tra difficoltà nella costruzione e un possesso palla lento e prevedibile, con la sola eccezione di un lampo di Gudmundsson che ha innescato Piccoli, fermato dal portiere. Nella ripresa, Pioli ha provato a rimediare con i cambi, inserendo Kouadio e Fagioli per dare più qualità alla manovia, ma i progressi sono stati minimi. Ritmi leggermente più alti, tanta confusione e un equilibrio sempre precario hanno caratterizzato un secondo tempo privo di guizzi, a parte l’errore clamoroso di Kean. Lo 0-0 finale conferma che, per trasformare le ambizioni in realtà, alla Fiorentina serve ancora tanto lavoro. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
