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De Gea: “Sto bene qui, amo club, gente e tifosi. Una grande famiglia. Sono felice a Firenze”

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 08.12.2024, Fiorentina-Cagliari, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

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De Gea: “Sto bene qui, amo club, gente e tifosi. Una grande famiglia. Sono felice a Firenze”

Redazione

19 Luglio · 14:30

Aggiornamento: 19 Luglio 2025 · 14:58

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"Anzi, ringrazio la società perché ha fatto uno sforzo per tenermi. Probabilmente è uno dei miei ultimi contratti, vista l’età. Sto bene qui, lo dicevo da tempo alla mia famiglia 'Voglio restare alla Fiorentina'"

Il portiere della Fiorentina David De Gea, nei giorni scorsi, è stato intervistato dalla nota pagina sportiva Cronache di Spogliatoio, ed oggi, proprio da loro, è stata rivelata una piccola anteprima. Queste le parole del portiere ex Manchester United in risposta alle domande.

Avevi tantissime offerte, ma hai scelto di rinnovare con la Fiorentina?: “È vero. Ho avuto offerte ed è stata una scelta importante. Anzi, ringrazio la società perché ha fatto uno sforzo per tenermi. Probabilmente è uno dei miei ultimi contratti, vista l’età. Sto bene qui, lo dicevo da tempo alla mia famiglia “Voglio restare alla Fiorentina”. Amo il club, la gente, tifosi.. è come una grande famiglia, il centro sportivo poi è fantastico. Sono felice a Firenze”.

Hai giocato in tantissimi spogliatoi insieme a calciatori molto importanti: stai soffrendo questo cambio generazionale?: “Quando sono arrivato in Inghilterra ero molto giovane. Non parlavo con nessuno. Ho visto due epoche: il rapporto tra calciatori è l’aspetto che più è cambiato nel calcio. È una cosa che mi pesa abbastanza. Quando ero un ragazzo, arrivavo nello spogliatoio e innanzitutto salutavo: se qualcuno mi parlava, rispondevo, altrimenti stavo zitto e ascoltavo i più grandi, senza disturbare. Ora è tutto diverso: i ragazzi praticamente non ti salutano neanche. Non c’è più il rispetto di prima, credo che si sia perso e sia un altro mondo, totalmente diverso. Negli ultimi anni, anche in Spagna, mi sono sentito fuori posto. Ne parlo spesso con Mata ed Herrera: siamo di un’altra generazione. Mi pesa molto vedere i giovani ragazzi che non hanno ancora fatto niente nel calcio sentirsi di aver già fatto tutto dopo una partita. Fatico a capire questa mentalità”.

Pensi che oggi sia più facile sentirsi giocatore?: “Prima era molto più difficile. Anzi, era quasi impossibile trovare continuità a 17 anni. Mi pesa questo cambio generazionale. Quando sono arrivato in Inghilterra ero molto giovane e anche timido: ora ho molta più esperienza e alla Fiorentina sono praticamente tutti più giovani di me. E quindi cerco di parlare con tutti e aiutarli in ciò che posso, voglio essere un esempio dentro e fuori dal campo. Mi piacerebbe essere un modello per chi mi vede come un veterano”.

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