Rolando Mandragora, centrocampista della Fiorentina, ha rilasciato queste parole a La Gazzetta dello Sport: “Prima con Italiano, poi con Palladino. Come ho fatto a prendermi Firenze? Col lavoro e aspettando il momento. Non avevo iniziato male, ma ho avuto l’infortunio al ginocchio sinistro, la squadra ha vinto le famose otto partite di fila e ho dovuto recuperare. Ringrazio tanto lo staff medico. Lo merita. Di loro si parla poco.
In che lingua parliamo con Palladino? Ogni tanto il dialetto ci scappa. È vicino a noi, ha la capacità di capire i caratteri. L’esperienza al Torino e alla Juventus? Ebbi gli infortuni, due operazioni in un anno e non ero pronto. Mi sono messo in gioco sia a Pescara che a Crotone che a Udine, dove ho fatto il primo salto e sono cresciuto. La cifra del mio acquisto fece sensazione, le aspettative erano altissime, ma non ero uno che buttava giù le porte da solo: giocai con tutti e quattro gli allenatori, poi mi ruppi il crociato. Ma anche il Toro ha avuto grande importanza nella mia carriera, in granata ritrovai anche la Nazionale, che ora è un obiettivo. Davide Nicola, che avevo già avuto a Udine, mi fece capitano per la prima volta in A. Soprattutto a livello umano è speciale”.