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Corriere Fiorentino: “Ikoné contro il suo passato, alla Fiorentina è stato un vorrei ma non posso”

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 08.12.2024, Fiorentina-Cagliari, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Corriere Fiorentino: “Ikoné contro il suo passato, alla Fiorentina è stato un vorrei ma non posso”

Redazione

14 Febbraio · 11:48

Aggiornamento: 14 Febbraio 2025 · 11:48

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Il Corriere Fiorentino si è soffermato sul passato di Ikoné con la Fiorentina, che ritroverà da avversario domenica con la maglia del Como

Fiorentina-Como non sarà una partita come le altre per Jonathan Ikoné. L’esterno francese classe ’98 ha da poco lasciato Firenze, circa una ventina di giorni fa, per trasferirsi in riva al lago, alla corte di Cesc Fabregas. L’ex Lille dovrà subito fare i conti con il suo recente passato, dopo 3 anni passati con la maglia viola, e un amore mai totalmente sbocciato con la piazza fiorentina. A parlarne è il Corriere Fiorentino, che ha riservato a Ikoné le seguenti parole:

“Strappato al Lille, con il quale aveva vinto pochi mesi prima la Ligue 1, fu presentato così, il 4 gennaio 2022, dal d.s Pradè: «Per lui sarebbe stato più facile rimanere al Lille, ma le nostre motivazioni lo hanno convinto. Siamo stati bravi ad anticipare la concorrenza». Ikoné era reduce da una stagione – con compagni del calibro di Maignan e Weah, Burak Yilmaz e David – da protagonista: ottavo per minuti giocati in rosa e 7 gol in campionato. Un rendimento che aveva dato credito a chi, fin dai tempi delle giovanili del Psg, aveva prospettato per il ragazzo nato a Bondy, nel nord della Francia, e cresciuto con Mbappè, un futuro maiuscolo nel calcio.

L’esordio a Parigi con Emery in panchina, il prestito al Montpellier, la cessione al Lille. Tutto sembrava apparecchiato per il salto di qualità e alla corte di Galtier Ikoné è diventato un fattore, fino a convincere la Fiorentina a puntare su di lui in una sessione di mercato destinata a far parlare di sé per il mancato arrivo di Berardi e per la cessione di Vlahovic alla Juventus.
Sul campo la sensazione è stata sempre quella di un «vorrei, ma non posso», del famigerato centesimo mancante per fare un euro, con l’investimento da circa 14 milioni sulle spalle e le tensioni di una piazza sempre più intransigente e spazientita.

Poi ci sono i numeri: 138 presenze, 16 gol (7 dei quali in Conference, ma appena 1 nella fase a eliminazione diretta) e solo 98 minuti in campo nelle tre finali con Italiano, oltre a qualche lampo a macchia di leopardo, come i gol a Napoli e Inter nel 2022. La cessione mancata in estate, poi la scintilla mai del tutto scattata con Palladino: «L’ho amato, gli ho dato fiducia e ho cercato di tirare fuori il meglio di lui. Aveva bisogno di continuità, ma sa che poteva dare lui stesso qualcosa in più», ha raccontato il tecnico viola”.

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