La parola “tormento” si legge e si scrive allo stesso modo anche in spagnolo. Nico Gonzalez, il ragazzo di Belén de Escobar che nel barrio era abituato a stringere i denti, ne sta vivendo uno particolarmente curioso. Perché il 2 ottobre, a Lipsia, non ha giocato sopra il dolore. Si è fermato in tempo, al 12’ del primo tempo, intuendo che una permanenza in campo avrebbe potuto peggiorare le cose. La tentazione di andare avanti c’è stata, dopotutto «Nico è uno di quelli che morirebbe per i compagni», come ha confermato Cambiaso, e cinque minuti prima era uscito Bremer per un altro guaio fisico. Nonostante le precauzioni, Nico è fermo da 45 giorni. E ogni volta che prova a forzare un po’, sente dolore. La diagnosi non fu poi così grave: da una lesione di basso grado del retto femorale della coscia destra si guarisce in un paio di settimane, tre al massimo, mentre stavolta è già trascorso un mese e mezzo. Di Gonzalez, però, c’è un disperato bisogno: Motta in estate ha accettato di non avere un sostituto di Vlahovic fino al recupero completo di Milik (operato due volte) proprio perché l’argentino, preso come ala, avrebbe potuto anche interpretare il ruolo di prima punta in caso di necessità. La sua assenza pesa perché priva la Signora di un titolare sulla fascia e di un’alternativa davanti. Per il momento l’investimento sull’ex viola di circa 40 milioni non sta fruttando, basta vedere i solo 307 minuti giocati dall’argentino, ormai riserva di Conceiçao.
Fonte: Corriere dello Sport
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