Prendersi Firenze in una notte di inizio ottobre. Nelle imprese calcistiche di David De Gea forse ci sarà stato pure di meglio, ma al Franchi al fischio finale della sfida contro il Milan lo sguardo di tanti era quasi perso nel vuoto, come avessero visto planare un extraterrestre in mezzo al campo. Merito dei riflessi e delle parate del portiere spagnolo, un muro sul quale sono rimbalzati gli attaccanti rossoneri. I rigori respinti a Theo Hernandez e Abraham, la parata senza senso sul tiro di Chukwueze con il pallone che gli rimbalza davanti. Da essere De Gea a diventare «il nuovo David di Firenze» il passo è stato brevissimo e forse sarebbe bastato anche meno. Un’investitura che trasuda romanticismo e fiorentinità, con il rispetto che si deve al capolavoro di Michelangelo. Ci mancherebbe. Ma da queste parti un portiere così non si vedeva da tempo. Altro rispetto da portare a Terracciano e a coloro che hanno difeso la porta viola prima di lui, ma bisogna risalire ai tempi di Frey per trovare un estremo difensore così decisivo. De Gea ha già messo le proprie manone sulla qualificazione al girone di Conference League, i tre punti contro il Milan sono marchiati a fuoco dalle sue parate. I tifosi viola se lo godono e pure lui ha già detto a tutti di aver fatto la cosa giusta a scegliere Firenze. In estate poteva andare al Genoa, è stato proposto a diverse squadre ma quando è emersa la possibilità viola non ha avuto dubbi. Prima affascinato dalla città, poi anche dal gruppo. Leader tecnico e dello spogliatoio, ha il carisma e l’esperienza per farsi sentire anche se è arrivato soltanto da una manciata di mesi. La Fiorentina è tranquilla dal punto di vista contrattuale. De Gea ha firmato un accordo annuale ma il club viola ha l’opzione per estenderlo fino al 2026. La condizione è legata all’ingaggio, che l’anno prossimo salirà a circa 2 milioni. Una cifra di certo non esagerata se le prestazioni resteranno queste. David intanto si gode la seconda parte della sua carriera. Meno milioni e forse più emozioni. Lo scrive La Nazione.