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Burdisso: “Julian Alvarez alla Fiorentina il rimpianto più grande, sono andato via dicendo 4/5 nomi”

Firenze, stadio A.Franchi, 17.04.2023, Fiorentina-Atalanta, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

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Burdisso: “Julian Alvarez alla Fiorentina il rimpianto più grande, sono andato via dicendo 4/5 nomi”

Redazione

2 Ottobre · 12:30

Aggiornamento: 2 Ottobre 2024 · 12:30

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Nicolás Burdisso, dirigente nelle ultime stagioni alla Fiorentina, ha rilasciato un’intervista a ‘Cronache di spogliatoio’, disponibile da domani ore 13:45 sul canale YouTube.
Di seguito un estratto con le anticipazioni:

Perché dopo 3 anni a Firenze hai deciso di dire basta?

Pausa strategica. Lo posso dire così. Sapevo, avevo le idee chiare quando mi aveva chiamato la Fiorentina 3 anni fa su che tipo di lavoro svolgere. Dopo 3 anni e tanto lavoro fatto per dare un’identità e una linea tecnica alla squadra ho sentito che era il momento di nuove sfide.

Come si semina? Cosa fa un direttore sportivo mentre è fermo?

È un momento per seminare pensando al futuro. Nel mio metodo di lavoro ragiono tanto facendo scouting perché è una risorsa per noi conoscere i profili dei calciatori, conoscere realtà di mercati e campionati diversi, nel mio caso trovare e seguire allenatori, vedere quali possono essere compatibili per il nostro modo di pensare.

Ci sono dei colpi sfumati che rimpiangi?

Julian Alvarez alla Fiorentina è stato uno di quelli. Anche l’anno scorso mi son trovato in Brasile, ho visto Vitor Roque, era una possibilità concreta per noi, poi ha deciso di andare a Barcellona. Ma potremmo parlare di tanti altri giocatori che oggi vedo che stanno giocando molto bene. Adesso nell’ultimo mercato ho lasciato Firenze dicendo 4-5 nomi, ma è anche vero che bisogna capire quelli su cui hai fatto una valutazione sbagliata, calciatori che ti aspettavi potessero fare di più e non l’hanno fatto o calciatori che non sono arrivati. Per me è molto limitante valutare o giudicare il lavoro del ds solo per gli acquisti. È vero che è una cosa molto importante ed è ciò per cui siamo preparati, ma noi dobbiamo lasciare soprattutto un metodo di lavoro, un qualcosa che abbiamo costruito, un concetto. Io credo in questo: noi abbiamo costruito un concetto di lavoro legato a questi acquisti, questo allenatore, questa gestione, questa pianificazione, a questi obiettivi raggiunti. Con la Fiorentina abbiamo giocato 2 finali europee in 3 anni cambiando tanti calciatori tra una finale e l’altra, abbiamo avuto un allenatore per 3 anni che ha fatto molto bene quando ci sono state pochissime società in Europa che non hanno cambiato allenatore per 3 anni. Abbiamo dato una linea tecnica sul mercato, potenziato i giovani del settore giovanile ma anche quelli acquistati e venduti, come Nico Gonzalez. Cercando sempre di migliorare. Io partivo sempre dal presupposto che dobbiamo sempre migliorare la squadra: non è facile, è quella la sfida. Ma si lavora per quello.

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