Ritrovarsi e confrontarsi, niente di diverso da quanto Italiano e i suoi fanno tutte le volte che riprendono gli allenamenti dopo
un paio di giorni di riposo, ma di diverso ieri quando tecnico e calciatori sono tornati al Viola Park c’era (e c’è) il punto d’arrivo: non solo l’analisi della partita a caccia di pregi e difetti da ripetere gli uni ed eliminare gli altri, ma anche e soprattutto la ricerca delle cause che hanno impedito alla Fiorentina di vincere nelle sei gare del 2024 (e un pari e tre ko in campionato). E allora più delle questioni tecnico-tattiche, contavano stavolta le parole di tutti, nessuno escluso, dell’allenatore e di ogni singolo calciatore: si sono aperti e detti quello che c’era da dire ben oltre una marcatura e una diagonale fatte male, di una rincorsa mancata e di un gol sbagliato. Certo, da lì hanno iniziato, ma occorreva andare ben oltre. Stimolati e forse provocati dalle parole pronunciate da capitan Biraghi a Via del Mare, con l’adrenalina sì in circolo ma anche con la lucidità di voler dire proprio quello che stava dicendo, il gruppo viola non ha lasciato nulla indietro e nulla lascerà nei prossimi giorni, perché dentro lo spogliatoio non si parla una volta e basta, ma il confronto è tutti i giorni e meglio ancora se con toni decisi e aspri quando serve: così questo gruppo nella gestione-Italiano ha dimostrato di saper uscire fuori e bene dai momenti negativi, così proverà a fare anche in questo caso. Questo ha chiesto Vincenzo Italiano ai suoi con parole decise e perentorie, sapendo di parlare a uomini e atleti che sanno ascoltare, che replicano e rilanciano come è giusto fare in un confronto costruttivo, e tutti insieme adesso cercheranno di evitare il buco nero in cui si infila la Fiorentina all’improvviso durante la partita (esempi eclatanti: i due minuti che in due modi differenti hanno provocato il tracollo col Napoli in Supercoppa Italiana e il surreale 3-2 di Lecce) e che sta provocando tanti danni. Responsabilità e senso di appartenenza sono le parole risuonate nella stanza “sacra” per una squadra, decontaminante e purificante ad ogni costo e con ogni mezzo, ma anche consapevolezza e autodeterminazione: perché i 33 punti e il quarto posto alla fine del girone d’andata (peraltro chiuso con la sconfitta di Reggio Emilia) sono lontani un mese, non un anno. E poi tutti in campo a cercare di trasformare rabbia e buone intenzioni in risultati concreti che permettano di interrompere il circolo vizioso e iniziare la risalita in classifica cominciando da domenica, avversario non morbido né malleabile il Frosinone di Di Francesco. Ma al Viola Park ieri c’è stato un patto per fargli trovare un’altra Fiorentina. Lo scrive il Corriere Dello Sport
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