
La Fiorentina e la musica, è questo il connubio che un gruppo di ragazzi di Firenze hanno voluto come filo conduttore per il loro gruppo musicale. Oggi abbiamo incontrato i due membri creatori del gruppo “Viola Hardcore”. I due hanno partecipato a diversi progetti in passato sulla scena fiorentina, oggi si ispirano principalmente al filone hardcore americano (Madball, Hatebreed e Terror), nonostante ascoltino di tutto possono dire di essere cresciuti “a pane e Nu Metal (Slipknot, Korn, Mudvayne e simili).
Buongiorno ragazzi, raccontateci la genesi del pezzo 1926..
“Ci abbiamo lavorato molto dalla primavera scorsa. Verso la fine del lockdown, durante il quale abbiamo buttato giù idee e concept per svariati pezzi. Tutti con un unico denominatore; la Fiorentina. Ad inizio estate abbiamo cominciato a lavorare a 1926, volevamo lanciare per primo un pezzo che riportasse l’appartenenza alla maglia viola al primo posto. Direi che la cessione di Chiesa ci ha dato l’ultimo assist, conta la maglia e quella sosterremo sempre chiunque la indossi”.
Perché vi chiamate Viola Hardcore?
“Noi crediamo che ci siano molte più similitudini di quanto si pensi fra il nostro genere e le tifoserie. Ad esempio i cori da stadio richiamano molto ad un concerto Hardcore, dove si canta a squarciagola anche con persone sconosciute ma appassionate. Per questo noi vogliamo dare voce al tifoso medio della Fiorentina, anche a quelli a cui non piace la nostra musica ma che si ritrova nelle parole e nel vigore con cui le esprimiamo”.

Quale calciatore dell’attuale Fiorentina vedreste bene sul palco con voi?
“Ci sentiamo di nominare Lorenzo Venuti, sangue viola dato che è originario di Incisa e che fa vedere quanto ci tenga ad indossare la nostra maglia. Ma più di tutti ricordiamo la leggenda Batistuta, lui sì che potrebbe stare direttamente al centro della nostra band, l’unico al quale saremmo disposti a cedere il ruolo di frontman..(ridono ndr.)”.

Come vivete la situazione che sta attraversando la squadra?
“Male come ogni tifoso. Siamo delusi e contiamo che Commisso non si perda d’animo per le lungaggini della burocrazia italiana e continui ad investire. Magari azzeccando quelli acquisti che ci possano far rivivere i fasti del passato”.
Quanto vi manca il palco?
“Senza il concerto tutto ha meno senso. È come la partita della domenica. Vogliamo trasmettere dal vivo quello che siamo, infatti nel video di 1926′ abbiamo volutamente tenuto in chiaroscuro le nostre identità. Contiamo per gennaio di presentare il secondo singolo e magari per l’estate quando la situazione sarà migliorata festeggiare sul palco insieme a tanti tifosi viola”.
Marco Collini
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