È un re, senza corona. Incapace, da troppo tempo, di trascinare la sua truppa Franck Ribery. È il duro destino dei numeri uno. Condannati a funzionare sempre perché, se non girano loro, non gira nessuno. Franck Ribery e la Fiorentina, da un anno e mezzo, vivono in simbiosi. Si chiama «dipendenza» e la dipendenza si sa, non porta mai a niente di buono. Un esercito timido, quello viola, che diventa inerme senza il suo soldato migliore. Un problema serio visto che, doverne fare a meno, sta diventato un’inquietante abitudine. Quello rimediato contro il Benevento infatti è soltanto l’ultimo di una lunga serie di infortuni. Un risentimento muscolare, senza lesioni, che lo metterà (quasi) certamente fuori causa per la gara di mercoledì a Udine e che certo non lascia sereni in vista di domenica quando, la Fiorentina, farà visita al Milan.
E pensare che per FR7 la sfida di ieri doveva essere l’inizio di una nuova era. Da uomo ovunque sorsa preziosa da sfruttare negli ultimi 20-30 metri. Un cambio di prospettiva, più che di ruolo, del quale lui e Prandelli hanno discusso a lungo. L’idea del mister, sposata in pieno dal francese, è semplice: meno quantità, più qualità. Del resto, è stato preso per questo. Eppure, nei quaranta minuti in cui è rimasto in campo, l’ex Bayern è parso lo stesso delle ultime, difficilissime partite targate Iachini. Tanti palloni giocati, ma nessun guizzo. Anzi. Lo stesso infortunio è nato al termine di un contropiede malamente sprecato da uno che, in occasioni del genere, ha abituato a ben altro. Lo scrive il Corriere Fiorentino.