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Viviano: “Quando giocavo a Bologna ho incontrato gli ultras e gli dissi che ero tifoso della Fiorentina”

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Viviano: “Quando giocavo a Bologna ho incontrato gli ultras e gli dissi che ero tifoso della Fiorentina”

Redazione

11 Novembre · 12:41

Aggiornamento: 11 Novembre 2025 · 12:41

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L’ex portiere della Fiorentina Emiliano Viviano ha parlato al podcast Centrocampo soffermandosi più volte sul suo legame con la Fiorentina:

“Ho fatto le giovanili nella Fiorentina. Per me era una cosa logica, esisteva solo Firenze e la Fiorentina. Sfortunatamente c’è stato il fallimento, a 16 anni me ne sono andato. Mi hanno cercato tutti ma sono andato a Brescia perché c’era una situazione che mi piaceva di più. La Fiorentina è una costante della mia vita, lo sarà sempre. Mia figlia si chiama Viola.”

“L’esordio in Serie A contro la Fiorentina, una roba meravigliosa, sembrava un segno del destino. Vedi Firenze torna sempre, oltre ad essere fiorentino io ho fatto l’esordio in A contro la Fiorentina, l’esordio in nazionale a Firenze. Quando ero a Bologna aveva l’ansia di giocare contro la Fiorentina. Uscirono i calendari di pomeriggio e vennero tutti a dirmi che si giocava contro la Fiorentina. Pensavo mi prendessero in giro ma era vero, esordimmo con la Fiorentina e finì 1-1. reti di Osvaldo e Mutu.”

“Alla Fiorentina non avevo fatto benissimo, nemmeno male. La Fiorentina fece bene ma io l’anno e mezzo post crociato avevo delle cose da sistemare. A Firenze ho fatto bene sul finale. Lì ho avuto problemi con Montella, siamo anche amici ora e lui lo sa. La società voleva continuare ed erano d’accordo, lui non voleva. Perdiamo la Champions per un punto, con il Milan che era sotto a due minuti dalla fine. Quella Fiorentina era forte forte. La formazione titolare era: Viviano, Roncaglia, Gonzalo, Savic, Pasqual, Pizzaro, Borja Valero, Aquilani, Liaijc e Jovetic. Poi Montella aveva portato questo gioco “guardioleggiante”, vincevamo le partite demolendo l’avversario. Da portiere mi annoiavo pensavo non ce la potessero mai togliere. L’abbiamo fatto anche con le grandi squadre, 3-1 a San Siro, 4-1 in casa con l’Inter.”

Sarei voluto rimanere si ma non ho fatto una tragedia ad andare via. Uno perché avevo esaudito il mio sogno nella vita, e due perché non cambia niente. Io sono tifoso della Fiorentina a prescindere dal fatto che ci gioco io. La vita a Firenze poi era dura. A Firenze non siamo abituati ad avere i fiorentini che giocano a Firenze. Quindi quando sei lì ognuno vuole un pezzettino di te, ma in maniera buona. Mentre cercavo casa ho visto gente che mi abbracciava e scendeva dalle macchine, chi mi diceva che avrebbe fatto l’abbonamento solo per me. Perché la gente si identificava, uno come noi che c’è l’ha fatta. Ieri sono andato a Firenze e mi hanno riempito d’affetto, questo vale tutto l’oro del mondo”

“Ma io non cambierei niente alla Fiorentina per le sensazioni che ho provato. Esordire in nazionale mi ha dato meno dell’1% di esordire nella Fiorentina. In tanti calciatori si definiscono tifosi, ma io ero tifoso vero. A 7/8 anni andavo in curva. Andavo allo stadio a 12 con la partita che iniziava alle 15, per era una religione. Sono andato sempre allo stadio. La passione per la Fiorentina mi ha creato problemi in carriera, perché arrivare in una piazza e dire che tifi per un altra squadra crea problemi.”

“Io mi sono presentato a Bologna e ho detto sono tifoso della Fiorentina. Per me dire che sono tifoso della fiorentina e di Firenze è un vanto, lo metto davanti a tutto, piuttosto non gioco. Poi gli ultras Bolognesi vennero a parlarmi gli dissi “Tu che per squadra tifi? E se avessi giocato nella Fiorentina per che squadra tifavi?” Mi risposero Bologna, gli avevo già detto tutto. Gli altri vi prendono per il culo, ma io sono e sarò sempre tifoso della Fiorentina. Poi darò il massimo per il Bologna.”

“La rivalità con la Juventus nasce perché ci rubarono lo scudetto nel 82. Non voglio dire che la Juve ruba, ma ci furono degli errori arbitrali. C’è stato un processo anche a dirlo. Ma è una rivalità sportiva, io volevo andare a giocare con la Juve perché volevo che mi insultassero. Poi fuori dallo stadio ho avuto 0 problemi con i suoi tifosi. Non mi piace la Juve ne il suo modo di fare, vincere è l’unica cosa che conta non mi piace. Io non sarei andato alla Juve, fare una vita a portare avanti i miei ideali e perderei per un contratto. Se ti vuole la Juventus e non ci vai caschi un gradino sotto. Perché sarei dovuto andare?”

“Mi è dispiaciuto buttare a terra la Juventus. Non era voluta. Nelle rivalità i tifosi ti dicono che sanno che vi scambiate la maglietta, ma non vogliono vedere le maglie dei rivali sotto il settore ospiti. Borja era al primo anno in Italia, glielo dico ma lui non lo capisce. Poi ero un po’ arrabbiato perché avevamo perso, quindi il gesto fatto un po’ così è sembrat ìo fatto per cattiveria. A me è dispiaciuto, pensavo non mi vedesse nessuno.”

 

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