Queste le parole di Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Associazione Calciatori al Corriere Dello Sport: “Non siamo né medici né infettivologi, dunque aspettiamo che qualcuno ci dica se e in che modo si possibile nella situazione attuale svolgere una normale attività sportiva in un contesto calcistico. Riguarda sia le partite sia l’allenamento quotidiano. I giocatori hanno fatto la loro parte, con responsabilità. Il primo valore da tutelare è la salute. Occorre chiarezza, capire che cosa si possa fare e che cosa no. Vogliamo andare avanti se ci sono le condizioni per farlo. Noi supponiamo che il governo coinvolga il calcio professionistico nelle misure che prenderà in difesa delle attività produttive. Si può consentire il rinvio di certi adempimenti fiscali e previdenziali da parte dei club, purchè sia salvaguardato il netto in busta paga. Sulla questione delle ferie ci metteremo d’accordo. Magari con i campionati fermi le faremo prima. I giocatori sono coscienti di dover dare l’esempio. Oggi qual è il buon esempio? Lavorare come tutti o fermarsi?”.