La tifoseria ha tre strike, è come nel baseball: il primo dopo 8 minuti è volato via in poche parole e tanto nervosismo, il secondo arriva al 18′ ed è un ruggito alla paura. Come primo atto di rivolta, infatti, Vlahovic era stuggito a Mari con un tacco e si era procurato un calcio di rigore successivamente revocato. Mentre si trovava con il pallone tra le mani, in attesa del Var, ancora il popolo viola si era fatto vendetta con le parole.
Sempre le stesse: «Zingaro». E «zingaro di m.». Non si può far finta di niente e infatti non succede. Altre parole, sempre proclami, ma con la paura più diffusa di una sospensione del match, di un 3-0 a tavolino che nessuno, a Firenze, vorrebbe avere sulla coscienza. A on field review chiuso, mentre la festa impazza sugli spalti, Doveri capisce che è il momento di fermarsi: riunisce le squadre a metà campo, parla con i capitani e invoca un chiarimento. Ranieri, fascia viola al braccio, corre sotto la curva e fa il gesto del tre insieme a quello dello zero. Come a dire: le conseguenze sono lì, nessun gioco può valere quel tipo di candela. C’è chi capisce, chi se ne infischia, chi ubbidisce. Lo riporta Tuttosport.
